VR46: IL DOTTORE MONDIALE

Primo piano di Valentino Rossi sorridente

Il mattatore della moto

di Guido Barlozzetti

Valentino Rossi compie quarant'anni e taglia un traguardo nel calendario di una vita velocissima. Un film che, non sembra vero, si srotola da ventiquattro anni, da quando ha cominciato a correre con le due ruote, portato da una passione che ha resistito nel tempo e deve essere ancora lì, forte e potente, se è già pronto a partire per la nuova avventura del Mondiale, nel Qatar, il 10 di marzo.

Di Valentino si possono e si devono ricordare i titoli, nove, l'unico che li ha distribuiti fra quattro categorie, la 125, la 250, la 500 che poi è diventata la MotoGp. Nove che forse vorrebbero arrivare alla mèta di dieci - più di una volta c'è andato vicino - a coronamento anche matematico di una carriera eccezionale.

Ma non è solo il numero che ha creato un'immagine capace di resistere per tutti questi anni e di imporlo all'attenzione e all'affetto dei tifosi di tutto il mondo. Valentino non è solo un grande pilota, altri come lui lo sono stati e lo sono, e non è detto che sia stato il più grande di tutti i tempi, anche se in molti ne sono convinti, Valentino è qualcosa di più, un mix sorprendente di Romagna (è nato a Urbino, ma fin dall'infanzia ha vissuto nell'ormai mitica Tavullia) e motori, simpatia e calcolo, faccia tosta e classe, che ha rappresentato un cambiamento radicale e legato alla sua storia ventennale quella del motociclismo.

Quando lui ha cominciato, i campioni si chiamavano Mike Hailwood e Giacomo Agostini, forti, assi riconosciuti e amati, ma il loro sport restava nell'ambito non dico degli addetti ai lavori, ma degli appassionati. Valentino ha allargato lo scenario o, forse, è lo scenario che stava cambiando che ha individuato in lui l'ambasciatore giusto, l'alfiere attraverso cui trasformare il motociclismo in uno spettacolo globale.

Aveva la sfrontatezza sbarazzina, il coraggio, la voglia di divertirsi e l'ironia per non essere, oltre che un campione, un one-man-show in grado di assurgere a personaggio e di bucare l'attenzione di chi magari alle motociclette non si era mai interessato. Rossi ha fatto di se stesso lo strumento di una rivoluzione sportiva e mediatica e, il compleanno lo dimostra, con una capacità di durare che sembra incredibile. La passione, certo, non si arriva a quarant'anni al vertice di uno sport così estremo se non hai ancora accesa dentro quella scintilla, ma la passione non spiega tutto se non ci si mettono anche la padronanza di se stesso, il fiuto immediato - ce l'hai o non ce l'hai - nella comunicazione, e soprattutto la capacità di restare uguale - Valentino - e un anno dopo l'altro, di cambiare, trovare equilibri nuovi e riconfigurare gesti e comportamenti, mai offuscando quell'immagine e la sua centralità nello show.

Ha avuto tanti avversari e se li è lasciati tutti dietro, Biagi, Gibernau, Capirossi, Stoner. La testa e la destrezza hanno fatto la differenza. Non tutto è andato per il verso giusto. Dopo gli anni trionfali, Honda e Yamaha, l'avventura poco fortunata alla Ducati, è tornato alla Yamaha, con risultati altalenanti, le vittorie che si rarefanno, gli avversari che non hanno complessi d'inferiorità.

Sono giovani e rampanti, Jorge Lorenzo prima e Marc Marquez poi, hanno personalità e, il secondo, ha le due ruote nel sangue e guida a limiti che solo a lui, a Valentino, erano consentiti nell'esplosione del suo talento. Ci sono state scintille, sorpassi e controsorpassi al limite, cadute, giurie e verdetti. Fa parte di uno sport dove il coraggio ha solo il limite di se stesso e dove, è fatale, uno solo vince, e fa parte anche del cerchio delle generazioni che si succedono.

Lui è sempre lì e sarebbe difficile vedervi soltanto un vecchio cowboy che non vuole attaccare il cinturone al chiodo. Ascoltandolo, si avverte ancora un motore che non ha intenzione di staccare dall'acceleratore, Rossi continua a guardare avanti, consapevole di quello che è stato, delle vittorie e degli errori, sente - e sarebbe sciocco il contrario - che comunque una curva si avvicina, ma l'affronta spavaldo e ancora in sella. Nel Mondiale che si annuncia, il numero 46 sarà ancora lì a catturare l'attenzione del pubblico, sulle tribune e a casa, e non per fare da comprimario.

Non si sale su una moto se non si vuole arrivare sul gradino più alto del podio e Rossi non deve dimostrare nulla a nessuno. Gli chiediamo solo di essere il maturo arbitro di se stesso e, se possibile, di stupirci.


Tante luci con l'ombra di Sepang

 

Di tutta la straordinaria carriera del Dottore, niente è incredibile di quello che è successo nel 2015 durante il Gran Premio di Sepang, penultima prova del Mondiale MotoGP. In quella gara Valentino è arrivato terzo e oltre ad essere superato dal suo rivale e compagno di scuderia Jorge Lorenzo nella classifica piloti, ha subito la retrocessione all’ultimo posto nella griglia di partenza nell’ultimo e decisivo Gran Premio di Valencia, a causa di un contatto durante la gara con un altro grande rivale del numero 46: Marc Marquez.

Questo episodio è stato raccontato da Radio2 in due sue trasmissioni. Prima durante la puntata di Radio2 Social Club (2 minuti), dove al telefono con Andrea Perroni e Luca Barbarossa il pilota di Urbino è intervenuto per commentare l'episodio del MotoGp della Malesia con Marquez e Lorenzo. Ma sarà il vero Valentino?

Poi la rubrica Pezzi da 90 ha preparato uno speciale (10 minuti) per incoraggiare il 9 volte campione mondiale nell’impresa di conquistare il titolo MotoGP partendo dall’ultimo posta della griglia di partenza. Purtroppo Valentino risalì soltanto fino al quarto posto e perse il titolo a vantaggio di Lorenzo.

Sempre Pezzi da 90 ha realizzato uno speciale per festeggiare i 38 anni di Valentino Rossi. Infatti nella puntata del 15 febbraio 2017 (10 minuti), la rubrica che raccoglie gli spezzoni dei personaggi famosi ha messo in onda la puntata del 21 giugno 2017 di Viva Radio2. In quella puntata Fiorello ha come ospite il grande Lucio Dalla. In quei giorni il cantautore ha inciso Due dita sotto il cielo, canzone dedicata a Valentino Rossi. Per l’occasione Valentino è intervenuto in trasmissione telefonicamente da una piovosa Londra, in attesa di scendere in pista. Un incontro magico e divertente tra due numeri uno, in cui Lucio Dalla esalta Valentino soprattutto per le sue doti di meccanico, e Valentino lo ricambia dedicandogli l'imitazione del motore della sua moto in corsa!

 

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