VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Seconda serata del Festival

di Guido Barlozzetti

 

Seconda serata del Festival di Sanremo. Prima impressione, dopo una maratona di ospiti e canzoni governata dai duetti di Amadeus e di un Fiorello sempre più folletto non governabile: più controllo e meno preoccupazione e ansia da protocolli e contesto emergenziale. Il vuoto comincia non solo simbolicamente ad arredarsi e su ogni poltrona appare un palloncino colorato, mentre scompare l’orribile carrello per portare la salma dei fiori, sostituito da valletti sanificati.

Fiorello apre travestito da corvo e impazza dall’esterno al palco dell’Ariston, legge un messaggio arrivato con piccione viaggiatore da Draghi, in certi momenti è sempre più al centro, anche fisicamente e Amadeus gli resta di lato, stupito, curioso, preoccupato e al tempo stesso in attesa della trovata, dell’invenzione e anche dello sberleffo che lo vittimizza.

Poi, si passa alle Nuove Proposte, le quattro della serata si riducono alle due che con il Televoto passano alla finale di venerdì: Wrongonyou e Davide Shorty. Tocca a Orietta Berti inaugurare la sfilza dei 13 Campioni, lei che sembra la Canzone nella sua forma di classica melodia dalla quale dipartono tutte le variazioni possibili, rap, trap, rock, pop, elettrico, progressive… Il tronco primigenio da cui ramificano tutte le versioni canore del Festival.

Ad accendere l’energia dello spettacolo sono sempre le irruzioni di Fiorello che duetta cantando con Amadeus e ballerine di contorno guidate dallo storico maestro di ballo Franco Miseria. Quindi, si concede un assolo con un inedito di Vasco Rossi. La sua carica di improvvisazione deve creare qualche problema di scaletta perché a un certo punto lo ritroviamo seduto nella platea tra i palloncini e gli scappa un “non era previsto” che fa solo da molla però a un’incursione nell’orchestra.

Tanti gli ospiti. Arriva Laura Pausini Golden Globe, assai emozionata, con Seen (dal film La vita davanti a sé di Edoardo Ponti) e s’inventano un’esibizione a tre con Fiorello Big Box, lei vocalist e Amadeus cubista.

Poi, omaggio a Ennio Morricone con il figlio che dirige l’orchestra con il tema dalla colonna sonora di Metti una sera a cena, il trombettista Nello Scalza che esegue il tema de Il buono, il brutto e il cattivo e le voci de Il Volo. Ancora, Gigi D’Alessio canta il nuovo singolo Guagliune circondato dai rapper napoletani. Bel siparietto retro con Gigliola Cinquetti, Fausto Leali e Marcella Bella a conferma che il Festival è un grande contenitore di tutto, della sua storia, del presente e forse anche del futuro.

Per il copione attualità, Amadeus si sposta a intervistatore e accoglie Alex Schwazer che ha appena vinto una causa che lo ripulisce da accuse e sentenze infamanti di doping, e poi ha un rapido collegamento con Ibrahimović che si ribadisce a padrone del Festival. Fuori schema, come annunciato, il secondo quadro di Achille Lauro che si presenta con treccione agitato come un lazo mentre evoluiscono appassionatamente davanti a lui Claudio Santamaria e Francesca Barra.

Ma la vera rivelazione della serata è Elodie che presenta, canta, cambia abiti fino a un involucro rosso, sparge eros e alla fine si confessa raccontando degli inizi nel Quartaccio di Roma, dell’abbandono delle periferie e dell’incontro che gli ha cambiato la vita. Le canzoni. Dopo Orietta sfilano Bugo, Gaia, Lo Stato Sociale, La rappresentante di lista, Malika Ayane, Ermal Meta, Extraliscio e Toffolo, Fulminacci, Gio Evan, Willie Peyote, Random e Irama che, clausurato dal Covid, viene ammesso con una registrazione dell’esibizione durante le prove. La classifica provvisoria delle due serate vede in testa Ermal Meta seguito da Annalisa, Irama, Maika, Noemi, Fasma e Michielin/Fedez. A domani.

 

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