VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Terza serata del Festival

di Guido Barlozzetti

 

Nella terza serata del Festival tocca alle cover e ai duetti, i 26 Campioni lasciano il motivo con cui concorrono alla vittoria finale e si impegnano nell’interpretazione di un brano che non necessariamente deve appartenere alla storia festivaliera e che possono eseguire da soli o con la compagnia che vogliono. Dunque, una serata diversa dalle altre, con un filo forte che la sostiene, la successione delle performance degli artisti in gara, intramezzata al solito dai duetti con Fiorello e dagli ospiti.

Alla fine, un’esperienza fluviale che supera le due della notte, una durata che ormai sembra aver risucchiato il Festival e che ipotizza spettatori di assoluta fedeltà e pazienza, mentre si svolge un Sanremo parallelo alla radio e soprattutto sulla piattaforma RaiPlay dove la serata può essere seguita in streaming oppure on demand, volendo spacchettata in modo che ciascuno segua il segmento che più gli interessa. Segno di un cambiamento, la forte - ma relativamente declinante - presenza sulla tv generalista si accompagna sempre più a una fruizione svincolata dalla fissità degli appuntamenti e a misura dei gusti e dei tempi del fruitore.

In ogni caso, la scaletta è affollatissima. Nessun exploit di Fiorello all’inizio, si ricorda 4 marzo 1943 che Lucio Dalla presentò nel festival del 1971 con censure nel testo oggi finalmente eliminate. Esecuzione di Giuliano Sangiorgi con i Negramaro, che poi si ripete con Meraviglioso di Domenico Modugno. Poi parte la sequela dei siparietti. Noemi con Neffa in Prima di andare via, Fulminacci con Roy Paci e Valerio Lundini riprende Questa sera di Jovanotti, Renga con Casadilego si affida a Una ragione di più di Ornella Vanoni, gli Extraliscio esplodono in Kasaciok, Fasma esce dal passato con La fine di Nesli che lo accompagna, Bugo è il primo ad affidarsi a Lucio Battisti (con i Pinguini tattici Nucleari, Un’avventura), dopo di lui Cosma_Cose con Il mio canto libero e Ghemon che inserisce La canzone del sole nel medley con i Neri per caso, ancora medley per Fedez/Michielin tra Fiumi di parole/Jalisse e Felicità/Al Bano e Romina, Irama evoca la voce di Guccini in Cyrano, bordata rock decadente dei Maneskin con Manuel Agnelli in Amandoti dei CCCP, ancora Jovanotti (Ragazzo fortunato) per Random, intenso faccia a faccia tra Willy Peyote e Samuele Bersani con Giudizi universali, Io che amo solo te di Endrigo per Orietta Berti con Le Deva, Gio Evan ricorre agli 883 con i vincitori di The Voice Senior, La Rappresentante di Lista va su Splendido splendente con Donatella Rettore, Quando di Pino Daniele per Arisa con Michele Bravi, Madame si rifà a Prisecolinensinainciusol rap ante litteram di Celentano, Lo stato sociale a Non è per sempre degli Afterhours, Annalisa ritrova Umberto Bindi, Gaia un omaggio a Luigi Tenco con Louis and the Yakuza, Colapesce & Dimartino vanno su Battiato/Povera patria, Malika Ayane su Caterina Caselli Insieme a te non ci sto più, Gazzé sui CCCP con Del mondo, Ermal Meta napoteaneggia con Caruso di Dalla e una band di mandolini, chiude Aiello con Gianna di Rino Gaetano con Vegas Jones.

Una maratona con Fiorello contingentato - a un certo punto se ne lamenta con Amadeus, ipergag o problema? - che scherza sulle dimissioni di Zingaretti, si fa tagliare i baffi da Ama perché gli hanno detto che assomiglia a D’Alema, canta Un’ora sola ti vorrei e dirige il coro degli Abbadeus con Zlatan Ibrahimović (arrivato con passaggio in moto, dona la maglia a un atleta paralimpico), Sinisa Mihailovic e Amadeus. La co-conduttrice della serata è la top model Vittoria Ceretti, algida e marmorea. A completare Valeria Fabrizi - con gaffe di Ama sull’età - l’attrice Antonella Ferrari, affetta da SLA, che perora la causa dello spettacolo chiuso dai dcpm e Achille Lauro, tutto indorato e tra colonne greche, che fa una divagazione su Penelope dopo un intro di Monica Guerritore.

 

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