VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Vivi e lascia vivere

di Guido Barlozzetti

 

Esordio di una nuova serie, Vivi e lascia vivere, giovedì 23 su Rai1, con un nuovo, promettente personaggio per Elena Sofia Ricci e con la regia di Pappi Corsicato. Molte delle serie che arrivano sulla prima rete del servizio pubblico hanno al centro una donna. E’ il segno di una linea editoriale che fa del femminile una delle sue preoccupazioni, con il rilievo che comportano questioni come la parità di genere di contro alle persistenti discriminazioni, la dignità di contro a luoghi comuni e stereotipi duri da rimuovere, la violenza che non cessa di allungare il terribile computo dei femminicidi.

Abbiamo visto Imma Tataranni/Vanessa Scalera, anticonformista e ironico sostituto procuratore di Matera; Carmela Carrizzo/Luisa Ranieri nella seconda serie de La vita promessa, madre-coraggio a custodia del gregge familiare emigrato in America negli anni Venti del Novecento; e l’ispettore Eva Cantini/Cristiana Capotondi in Bella da morire, dura con se stessa e con gli altri, spigolosa, istintiva, un tortuoso percorso di maturazione che dagli sbagli commessi e dai pregiudizi la porta a una nuova consapevolezza.

Adesso arriva Laura. Un’altra figura di un femminile che non si arrende ai rovesci della fortuna, che si carica sulle spalle la famiglia e si getta nella vita, con gli sbagli inevitabili e la determinazione che le fa trovare alla fine una strada.

Cinquant’anni, un lavoro in una mensa aziendale, orgogliosa, persino sfrontata, da vent’anni ha un marito (Antonio Gerardi) che viaggia molto, suona sulle navi da crociera, e non è quasi mai a casa.

Solo che le assenze la insospettiscono e dunque parte per Tenerife, da dove il consorte ha mandato le ultime notizie, e si trova di fronte a una realtà inattesa: il marito ha costruito una relazione e la donna con cui convive aspetta un figlio. Da qui la decisione, chiude con lui e racconta ai figli che il padre è morto in un incidente. Una bugìa che è una reazione d’istinto e la mette di fronte alla brutale necessità di reinventarsi la vita.

Vivi e lascia vivere su questa trama fondamentale - la sfida difficile di una donna tra famiglia e un lavoro da inventare - segue diversi fili. I tre figli, anzitutto, che hanno rapporti assai diversi con la madre: Giada/Silvia Mazzieri, la più conflittuale e la più attaccata al padre, che vorrebbe iscriversi a un master a New York; Nina/Carlotta Antonelli, una fragilità che con le amiche la porta a rubare nei supermercati; e Giovanni/Giampiero De Concilio, taciturno e legatissimo alla madre.

Ognuno di loro ha un’evoluzione personale, Giada finisce per esibirsi in una discoteca, con il titolare un rapporto ambiguo, ma poi diventa il motore della storia perché sarà lei a ritrovare il padre e a riportarlo a Napoli. Nina in una delle sue avventure con le amiche conosce Andrea/Emanuele Linfatti, un ragazzo con problemi di salute con cui poco a poco scopre un’intesa profonda. E anche Giovanni/Giampiero De Concilio ha modo di fare i conti con se stesso e, dunque, con un’omosessualità nascosta e taciuta.

Laura, nel frattempo, si fa cacciare dalla mensa, ha tentato un furto per disperazione, e con coraggio s’inventa un’impresa di street food tutta al femminile con Marlù/Iaia Forte, Rosa/Bianca Nappi e Daniela/Teresa Saponangelo.

Per sostenerla si fa aiutare da una vecchia conoscenza, Toni/Massimo Ghini, imprenditore cinico e senza scrupoli che però nel rivederla rivive antichi sentimenti. Le darà i soldi, stringerà un rapporto d’amore, ma rivelerà anche un volto di sé tutt’altro che trasparente e, alla fine, sorprendente.

Insomma, il materiale narrativo è largo e articolato, tale da sostenere sei doppie serate grazie a un mix di drama, family, teen adolescenziale e coming of age, thriller. Al cuore della serie lei, Laura, che ha il volto e l’intensità di Elena Sofia Ricci, ormai un caposaldo della fiction della Rai.

Affronta una prova d’attrice impegnativa, lontana dalla leggerezza di Che Dio ci aiuti, in cui dà fondo a tutta la sua bravura per esprimere la rabbia, la tenacia e la durezza di un personaggio che si fa portare anche dalle emozioni, e per questo commette errori, ma non si arrende di fronte al cambiamento che la vita le mette di fronte, reagisce e s’impone agli eventi.

Pappi Corsicato accompagna le diverse tonalità del racconto con una regia d’autore sensibile, che prende spesso la camera in mano per essere vicino all’azione e ai personaggi, e sempre con eleganza. E per dare ancora più forza, dà spazio ai colori, alla luce e allo splendore di Napoli.

 

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