VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Primo piano di Ibrahimovic con la divisa del Los Angeles Galaxy mentre è sul campo di gioco; con il braccio destro proteso in avanti e un'espressione corrucciata è in atteggiamento di protesta.

Ibrahimovic 500

Ha segnato il cinquecentesimo gol della carriera Zlatan Ibrahimovic e continuerà a segnare come ha sempre fatto.

E' accaduto sul campo del Toronto quando, sul tre a zero per i padroni di casa, il centravanti del Los Angeles Galaxy piazzato nell'area ha capito dove sarebbe andata a parare la palla, ha fatto un mezzo giro su se stesso e con un movimento della gamba destra lanciata in aria ha deviato in gol. I Galaxy hanno perso 5 a 3 ma il risultato non conta, quello che resta è la prodezza-record di Zlatan. Che lui stesso ha commentato sui social proclamando "Sono il Dio del gol".

Un gol in cui c'è tutto di lui e della eccezionalità fuori schema: l'intuito fulmineo, la potenza fisica, l'estro imprevedibile e la precisione. Una macchina atletica prodigiosa, un talento al limite delle possibilità umane per le acrobazie dei colpi, le traiettorie impresse al pallone, il feeling misterioso che lo lega a quella sfera, magneticamente attratta da lui e forse riconoscente per la bellezza dei gesti con cui sposta il calcio nell'estetica.

Zlatan i gol li ha sempre fatti così, mai semplici e banali, sempre sul filo di un'invenzione, come il mago che dal cilindro tira fuori la sorpresa stupefacente, l'impossibile che diventa plausibile solo perché lui riesce a trasformarlo in realtà.

E' un fenomeno mondiale, capace di lasciare a bocca aperta i tifosi di qualunque squadra in cui abbia giocato. Dall'esordio a diciotto anni nel Malmoe - la città dove è nato - ha giocato in molte squadre, Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan, Paris Saint Germain, Manchester United e attualmente Los Angeles Galaxy, oltre alla nazionale della Svezia. Ovunque ha segnato caterve di gol e vinto scudetti (tredici su sedici campionati disputati) e coppe. Imponente per stazza e al tempo stesso incredibilmente agile, dotato di una tecnica raffinata nonostante un numero di piede esorbitante, così completo da poter giocare sia al centro dell'area sia da seconda punta o addirittura da rifinitore e cioè da uomo dell'assist, dell'ultimo passaggio che manda in gol un compagno.

Ma Ibrahimovic non è solo un giocatore di calcio, un campione come altri che magari hanno vinto più di lui. Ha una storia e una personalità che lo spostano di parecchio rispetto a certi conformismi dello sport e della società e per questo è interessante parlare di lui.
Figlio di un emigrante bosniaco, un cantante folk estemporaneo come lui, la madre croata e di religione cattolica, ha conosciuto la povertà e la durezza della vita che sicuramente gli hanno acceso il fuoco della rivincita e gli hanno dato una sicurezza di sé e dei suoi mezzi, con cui ha conquistato il centro della scena, mirando sull'obiettivo - essere il numero uno - e mai accettando compromessi o cedendo alle buone convenienze. "Non posso che compiacermi di quanto sono perfetto": ha sempre detto quello che pensava, a costo di sembrare protervo e arrogante, e ha messo il suo orgoglio davanti a tutto, mai avendo paura di sgomitare e di affrontare a muso duro chi ha osato contraddirlo o si è comportato in modo sleale. Perché Zlatan non devi provare a fregarlo o a prenderlo in giro. Il suo codice è semplice e alimenta la sua interpretazione della vita.

Uno zingaro senza peli sulla lingua, battute da cinema con un filo di humour, tostissimo e con un narcisismo esorbitante e corazzato contro tutto e tutti, un nomade nella testa, oltre che nello spazio, non governabile e anarchico, che diventa una stella mondiale e si fa rispettare da tutti.

Per questo è assurto a mito di questa modernità sfuggente che ne riconosce la diversità emblematica anche nel linguaggio: lo chiamano Ibracadabra per il virtuosismo e nel vocabolario svedese inseriscono il termine Zlatanera per indicare un modo di prendere i problemi della vita con forza ed arroganza.

Vede e rivede "Scarface" e ha detto che solo Al Pacino potrebbe interpretare un film su di lui.

 

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