VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Greta Thunberg con una giacca a vento viola e le trecce che escono fuori dal cappello bianco

Chi è Greta Thunberg e cosa dice

di Guido Barlozzetti

 

“Mi chiamo Greta Thunberg, ho quindici anni e vengo dalla Svezia”, così si presenta la più famosa attivista per la battaglia sul clima. E’ forte della sua giovinezza e la gioca, con tutti i valori e le armi che porta con sé: la semplicità, l’irriverenza verso il potere e l’autorità, l’innocenza contro le colpe degli adulti, il candore verso la trappola che quelli hanno costruito e che incombe sul pianeta e le future generazioni.

E' in nome di lei che il 15 marzo, studenti in diverse parti del mondo sono scesi in piazza per chiedere politiche che arrestino il cambiamento climatico. Greta è forte di se stessa e, vedendola in azione, viene da domandarsi quale sia stata la molla che ha consentito a una bambina, affetta dalla sindrome di Asperger, di cui si fa forte, di diventare il simbolo di una lotta e il punto di riferimento per milioni di ragazzi come lei.

Cos'è che l'ha trasformata nell'icona potente di un movimento? Cosa rappresenta? E' un fiore spontaneo spuntato in Svezia, che ha saputo imporsi con le sue qualità e ha bucato l'attenzione del mondo con la sua immagine? Ha fatto tutto da sola, con un'energia che ha via via catalizzato attorno a sé un cerchio di simpatie e identificazioni sempre più largo, fino a costruire un movimento globale? Sono domande che si propongono davanti a una parabola spettacolare, che ha toccato le corde più giuste rispetto a una sensibilità e a una preoccupazione sempre più diffusa e condivisa.

Spontaneità o marketing? Una figura fatta apposta per salire sul palcoscenico della comunicazione ed essere adottata dai media, ma a questo punto anche la front-girl di un movimento articolato, di una macchina grande e complessa, fatta di organizzazioni e movimenti che si racchiudono in una sigla, Climate Justice Now, su cui sarebbe bene avere ogni informazione che possa garantirne trasparenza e autorevolezza.

Greta è nata a Stoccolma nel 2003, madre cantante lirica e padre attore. Il suo cammino di baby-pasionaria del clima comincia presto, lei stessa dice di aver maturato la sua consapevolezza sulla degenerazione climatica a otto anni. La svolta arriva il 20 agosto dello scorso anno, quando decide di non recarsi più a lezione e di sedersi davanti alla sede del Parlamento svedese con un cartello, "Sciopero della scuola contro il clima". Ci va ogni giorno, in attesa delle elezioni legislative previste per il 9 settembre, nelle stesse ore in cui dovrebbe essere a scuola. Chiede a chi governerà che la Svezia aderisca all'accordo di Parigi sul cambiamento climatico e dunque sulla riduzione delle emissioni nocive.

Dopo il voto, ha continuato a manifestare ogni venerdì lanciando la campagna Fridays for Future, mentre la sua immagine di determinazione e speranza ha cominciato a circolare su giornali e tv e a rimbalzare da un continente all'altro sollevando attenzione e consensi. Così, ha partecipato a meeting importanti, da quello a Katowice dell'Onu sul cambiamento climatico al Forum Internazionale di Davos.

Cosa dice Greta? Rivendica la giovinezza, "non si è mai troppo piccoli per fare la differenza". Attacca i politici, la loro sordità e la loro paura: "Parlate solo di crescita illimitata economica e verde, solo perché avete troppa paura di perdere il consenso. Non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno, anche se il peso delle vostre decisioni ricade su di noi, sui vostri figli". Si affida, in un tempo in cui molti lo fanno, al popolo: "Il cambiamento è iniziato che vi piaccia oppure no, il vero potere appartiene al popolo".

Punta l'indice contro la disuguaglianza che genera la devastazione della Terra, contro "il privilegio di pochissimi che continuano ad aumentare le loro ricchezze contro le sofferenze di molti che pagano i lusso di pochi". Chiama all'impegno, "Se pochi bambini riescono a finire su giornali e tv di tutto il mondo, provate a immaginare cosa potremmo fare tutti insieme". E lancia l'allarme: "Io non voglio la vostra speranza, non voglio che siate fiduciosi. Voglio che vi facciate prendere dal panico, che sentiate la paura che provo ogni giorno".

A chi continua a chiedergli quale sia la soluzione alla crisi climatica risponde: "Si aspettano che conosca la risposta. Pensarlo è oltre l'assurdo perché non ci sono soluzioni all'interno dei nostri sistemi attuali".

E spiega: "Abbiamo urgente bisogno di una visione olistica per affrontare la piena crisi di sostenibilità e il disastro ecologico in atto. Dobbiamo iniziare a trattare la crisi per quello che è. Perché solo così - e solo guidati dalla migliore scienza disponibile possiamo insieme iniziare a creare una via d'uscita globale".

Come si vede, un appello che punta sulle emozioni e sul coinvolgimento. Che sono importanti, ma almeno quanto le ragioni e l'approfondimento di una questione che riguarda tutti. Greta questo passo non l'ha ancora fatto e non compete solo a lei.

 

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