I 60 ANNI DI BARBIE

Una delle prime edizioni di Barbie in costume da bagno zebrato, affiancata da una versione più moderna

 

Barbie ha sessant'anni, ma non li dimostra

Un'invenzione per la fantasia delle bambine che ha colto nel segno e un grande affare. Barbie, la bambola-fashion di tante generazioni, compie sessant'anni e certifica il successo di un personaggio immaginario e di una geniale operazione di marketing.

Nasce il 9 marzo del 1959, pare a Willow nel Wisconsin, e comunque è quello il giorno in cui viene presentata alla Toy Fair di New York.

Il nome sta per Barbara Millicent Robert e si presenta in un costume da bagno zebrato, con capelli neri, raccolti in una lunga coda, che faranno presto a diventare biondi, per sempre. Una pin-up che esce dalle spiagge californiane, con misure quasi stilizzate, una promessa a portata di mano e di un desiderio.

L'idea, dice la leggenda, si accende nella casa del cofondatore dell'azienda che la produce, Elliott Handler. Ed è una di quelle che se le azzecchi il fatturato va avanti e cresce per decenni. La moglie Ruth, osservando la figlia, si accorge della sua abitudine di trattare le bambole come adulte, pensa al marito che vende giocattoli e lui, pur con qualche perplessità, decide di avviare la produzione.

Il primo anno se ne vendono 350mila, a oggi siamo a oltre un miliardo in 150 paesi. Ogni anno se ne aggiungono una sessantina di milioni. Un successo incredibile, se si pensa alla rapidità con cui si consumano certi prodotti e al vorticoso susseguirsi delle mode anche nei prodotti e nei personaggi destinati ai bambini.

Barbie piace subito, le bambine la adottano al posto delle bambole-neonato con il ciuccio e che se le pieghi piangono. Non si è mai vista una bambola così: giovane, moderna, vestita in modo semplice e sbarazzino. E poi i capelli che le cadono giù e che si possono acconciare a piacimento, fino alla Totally Hair Barbie che appare nel 1992 e diventa da subito la più venduta.

Per le piccole è un incontro da favola. Un po' si rispecchiano nella sua linea longilinea ed elegante, Barbie è il sogno di come vorrebbero essere e loro la coccolano, ne pettinano i lunghissimi capelli e la custodiscono come l'immagine che desiderano di se stesse. Con Barbie crescono e si sentono già grandi e belle, con lei possono anche costruire una vita e arredarla, perché la fabbrica ha capito come funziona il gioco e non smette di aggiungere sorelle, amiche senza confine di razze e paesi, afroamericane, australiane, giapponesi…, e soprattutto un fidanzato, l'aitante Ken, diminuitivo di Kenneth, anche lui biondo e bello. Barbie si fidanza con lui nel 1961, stanno per quarant'anni insieme poi all'inizio degli anni Duemila si separano, pare per la riottosità di lui verso il matrimonio, salvo poi rimettersi insieme nel 2011. Nel frattempo lei ha un flirt con Blaine, un aitante surfista australiano.

Non bastasse, arrivano nel tempo cani, gatti, cavalli, persino una zebra, un cucciolo di leone e anche un orca. E le case, le case dei sogni, in cui andare ad abitare con lei.

Barbie segue le mode, fa la hostess, l'astronauta (quattro anni prima che Armstrong metta piede sulla Luna), la principessa, giornalista, atleta, allevatrice di api, dottoressa, pompiere, calciatrice, danzatrice, cantante… e nel 2004 fonda il Partito delle Ragazze con cui si presenta alle elezioni per la Presidenza degli Stati Uniti. Man mano che il mercato si allarga, cambia pelle e colore degli occhi, la prima versione con la pelle nera viene venduta nel 1968. E interpreta tutti i personaggi possibili, più forte di qualunque identità le venga imposta: Wonder Woman, Tomb Raider, Sirena... con Barbie puoi diventare qualunque cosa. Non è soltanto lei ma un insieme inesauribile di possibilità e di mondi con cui giocare e in cui vivere con lei, multiforme e mutante come il marketing che non cessa di alimentarne l'immagine e di farne un passepartout universale.

Naturalmente ha seguito tutto il percorso dei mezzi di comunicazione, film, serie televisive, libri. E oggi internet, social network, un account Instagram... è diventata una influencer che si rivolge direttamente alle bambine e racconta della sua vita, dei suoi desideri, forse di una ragazza ormai indipendente e aperta alle carriere più diverse.

 

Un icona per tutte le generazioni

Per capire il successo di Barbie bisogna conoscere chi ha ideato questa bambola. Due programmi di Radio Rai hanno voluto raccontare tutti i particolari che hanno portato alla realizzazione di Barbie: il primo è stato Andrea Angiolino durante la puntata del 9 marzo 2015 (29 minuti) di Wikiradio, che ha raccontato le sue origini. Barbie nacque dall’intuizione di Ruth Handler, personaggio che è stato raccontato nella puntata del primo luglio 2018 (77 minuti) di Girl Solving. Mentre guardava sua figlia Barbara giocare, notò che dava alle bambole dei ruoli da adulti. Così convinse suo marito Elliot, cofondatore dell’azienda di giocattoli Mattel, e con l’aiuto dell'ingegnere Jack Ryan, il 9 marzo 1959 la prima bambola che porta il nome della figlia dei signori Handler, fu venduta durante il New York International Toy Fair. L’entrata in commercio avvenne sei mesi dopo, il 6 settembre del 1959. Di questo anniversario se ne è occupata la trasmissione di Radio2 Pandora, durante la puntata del 6 settembre 2018 (98 minuti). La prima barbie era una bambola rigida, con i capelli scuri con una coda di cavallo. La prima versione snodabile di barbie fu commercializzata l’8 marzo 1974. Il successo della bambola fu tale che fu creato un universo composto di vari personaggi: il primo è lo storico fidanzato Ken, uscito nel 1961 e che porta il nome del secondo figlio degli Handler.

L’influenza di questa bambola nella cultura è stata tale che sono state realizzate addirittura delle mostre. Una di queste è “Barbie The icon” che si è svolta nel 2015 al Museo della Culture di Milano. Il curatore, Massimiliano Capella, è intervenuto in varie trasmissioni di Radio2 per raccontare le mille trasformazioni di una bambola che è sempre al passo con i cambiamenti sociali, è diventata un’icona globale: prima ai microfoni di Miracolo Italiano nella puntata del 15 ottobre 2015 (80 minuti), successivamente nella puntata di Ovunque6 del 5 dicembre 2015 (29 minuti). Anche Caterpillar ha dedicato la puntata del 3 novembre 2015 (75 minuti), dove Paolo Labati ha fatto visita al Mudec per raccontare, attraverso gli occhi del visitatore, la mostra dedicata alla più famosa bambola del mondo.

Barbie, nel corso della sua lunga vita, ha indossato centinaia di vestiti, interpretando altrettanti ruoli. Di questo ne hanno parlato gli ascoltatori intervenuti durante la puntata del 6 settembre 2017 (88 minuti) di Non è un paese per giovani, che hanno inondato di foto di bambole di ogni genere dalle quali non sono mai riusciti a separarsi. Ma c’è stata una variante di Barbie che non è stata creata? Se lo chiedono, con grande ironia, i conduttori e gli ascoltatori del Ruggito del coniglio nella puntata del 6 novembre 2015 (114 minuti).

 

 

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