CLV

Alcuni brani della prima lettera agli Stahl

Lettera ricevuta dalla polizia tedesca il 12 dicembre 1993

 

 

A Milano ho comprato lo STERN e mi sono trovato a confronto con il servizio di Dominik e su di voi. Questo mi ha terribilmente sconvolto ed ho i nervi completamente a pezzi. Non posso fare a meno di scrivervi che Dominik è vivo, che è felice e che sta bene. Ma vi prego tantissimo di non nutrire delle speranze.(...)

Non parla e non capisce più il tedesco, non vi riconoscerebbe più, e voi non riconoscereste più lui.(...)

Nicky è cambiato abbastanza. Si è allungato ed è molto più snello. Ed i suoi capelli non sono più di un biondo così chiaro.(...)

Quando ha raggiunto l'età scolare parlava la lingua di qui già così bene che non ci sono mai stati dubbi sulla sua attuale cittadinanza.(...)

Porto sempre con me una fototessera di Nicky. Gliel'avrei volentieri mandata ma, purtroppo, ci sono di mezzo la polizia giudiziaria e l'Interpol che non vorrei criticare proprio per questo motivo.
Ho cercato di fare parecchie fotocopie perché, in bianco e nero, la fotografia rassomiglia molto meno a Nicky. Ma credo che riconoscerete Dominik anche in questa fotocopia.(...)

Tuttavia questa fotocopia rappresenta l'unico vero rischio che sono disposto a correre nella speranza che vi potrà consolare un poco.(...)

Ultimamente sogna a volte delle cose confuse. Allora viene da me nel letto. Arrivato lì, tuttavia già non ricorda più quello che ha sognato, solo che l'ha impaurito. Recentemente mi ha detto, al mattino: "Lo trovo così bello, quando mi sveglio e vedo il tuo gentile viso". Immaginatevi: un uomo vecchio con capelli bianchi scompigliati e barba ispida sul viso. Ma un bambino è fatto così e mi solleva sapere che voi, pur sempre, potrete vivere queste esperienze da genitori con Patrick.(...)

Ero sposato molto felicemente e volevamo una casa piena di bambini. Ma non ne arrivavano di bambini. Risultò che io difficilmente avrei potuto procreare un figlio. Ciononostante mia moglie rimase incinta. Ma la mia gioia è durata poco: il figlio era di un altro uomo. Ci siamo separati da amici. Ma mi ha fatto troppo male e non ci siamo più visti.(...)

Per il mio bel violino, un esemplare di Matthias Klotz, nella primavera del 1985 sono andato a Mittenwald. E lì ho visto per caso Dominik. Un bambino proprio così come avrei voluto un figlio.(...)

(...) non riuscivo a dimenticarlo e nel 1986, alla fine di aprile, sono stato di nuovo a Mittenwald. E, volendo essere sincero, nella speranza di potervi rivedere il piccolo.(...) E lo trovai. Gli ho chiesto come si chiama e dove abita.(...)

In quel freddo mattino di un giovedì sono passato in macchina lentamente davanti al Waldesrauschen nella speranza di trovarlo nel parcheggio e di poterlo osservare per un po' quando, attraversando la strada, è finito direttamente davanti alla mia macchina ed inciampato, forse perché gli stivaletti di gomma erano un po' troppo grossi. Cadde ed io sono riuscito a fermarmi in tempo, poi sono sceso. Egli piangeva per lo spavento, ma dal momento che mi conosceva, corse verso di me e mise le piccole braccia attorno al mio collo. Gli baciai via le lacrime dalle fredde guancette e ricordo soltanto che lo volevo portare dall'altra parte della strada nel Waldesrauschen. Poi c'è un vuoto nella mia memoria. Dopo di che mi ritrovai nella macchina ed in autostrada, Dominik accanto a me, tutto tranquillo.(...)

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