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LA FAMA
23 maggio 2011

Essere famoso equivale in genere a essere conosciuto. Nel bene e nel male. Per virtù speciali, per una azione riconosciuta come lodevole, per aver dato un contributo importante alla ricerca scientifica, per aver scritto un best seller, per aver dipinto un capolavoro, per aver condotto un’opera di successo o per aver recitato in una pellicola di grande popolarità… Ma anche per demeriti: un omicida, un truffatore, un ladro, un imbroglione possono diventare famosi, tanto quanto le figure positive. La fama inoltre può essere duratura o effimera: in genere dura nel tempo quando è frutto di un impegno serio e costante. Dura poco quando è legata a un’occasione, come un fatto di cronaca o un programma televisivo. Chiuso il sipario, sparisce. La fama è ampia, quando coinvolge una platea vasta, come il grande pubblico. E’ limitata, quando invece è circoscritta all’interno di uno specifico ambiente: si può essere famoso tra la gente che ti abita vicino, tra chi condivide gli stessi hobby, tra chi fa la tua stessa professione. In tutti i casi, buona parte delle persone ambisce alla fama, a diventare un personaggio riconoscibile. Ma oggi, in un mondo dominato dal desiderio di apparire, cosa è la fama? E’ diversa o è simile a quella del passato? E’ più legata al valore o alla visibilità? Che differenza c’è tra la fama e il successo? Quali fattori condizionano nel mondo contemporaneo il successo personale? Ne parleremo con GIANPIERO GAMALERI, professore ordinario di sociologia della comunicazione all’Università degli studi Roma Tre;GRAZIA ATTILI, psicologa sociale alla Sapienza di Roma e con la Dott.ssa CRISTINA JANDELLI, ricercatrice di cinema alla facoltà di lettere e filosofia all’Univ di Firenze. Ha pubblicato “Breve storia del divismo cinematografico”, 2007, Marsilio. È in uscita il suo libro “Attori e divi del film contemporaneo”, edito da Marsilio.

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