[an error occurred while processing this directive]

Contenuti della pagina

[an error occurred while processing this directive]
3 NOVEMBRE - G20 - LE BORSE GUARDANO AL SUMMIT DI CANNES

R. Po:Ministro, lei ha scritto una lettera all’Europa richiamando la centralità dell’euro, stigmatizzando il referendum greco esortando tutti al coraggio e ad un clima di tregua che superi tutti gli interessi di parte. Fra poco il Presidente sara’ a Cannes per incontrare Merkel e Sarkozy. L’Italia ce la fara’ a uscire a testa alta da questa crisi ?

F. Frattini
: Ma certamente. L’Italia e’ un paese solido, e’ un paese ricco in cui le famiglie hanno dei risparmi privati e, certamente, e’ un paese che rispetto ad altri ha tenuto i conti pubblici assolutamente in ordine. E’ evidente che quando una crisi e’ globale le risposte debbano essere europee e non soltanto italiane ma ciascuno dei Paesi, e quindi l’Italia, debbono fare i compiti a casa. Ecco perche’ noi abbiamo deciso che quella lettera di impegni all’Europa si dovesse tradurre molto prima di quanto il Presidente del Consiglio aveva annunciato. Non bisogna dimenticare cosa e’ successo una settimana fa. Il Presidente del Consiglio aveva detto: i primi provvedimenti saranno presentati entro novembre, poi vi saranno provvedimenti a dicembre, poi a gennaio e cosi via fino a giugno. Ieri sera abbiamo deciso di tradurre l’intera lettera di impegni europea in una serie di provvedimenti normativi che partano da subito. Quindi una grande anticipazione ed evidentemente la ragione del maxi emendamento e non del decreto legge vuol dire due cose: ho letto una traduzione oggi estremamente non completa e che evidentemente non comprende le ragioni che e’ bene molto  spiegare. Non era immaginabile inserire l’innalzamento a 67 anni dell’eta’ pensionabile, che pure esiste e verra’ confermata in un decreto legge. E’ una norma ordinamentale e sarebbe stato irresponsabile. Non era immaginabile inserire la norma sulla flessibilita’ del lavoro, di cui bisognera’ parlare con le parti sociali, in un decreto legge ieri notte a blitz. Sarebbe stato da irresponsabili, quindi e’ del tutto irresponsabile dire che il non avere adottato il decreto significhi misure più deboli. Sono le misure compatibili con l’assetto costituzionale e noi non avremmo potuto forzare la mano rispetto a delle evidenti iniziative di tipo ordinamentale, che devono andare in una legge e che saranno votate dal Senato il 15 novembre, cioè tra 11 giorni,questo vuol dire data certa e rapidità, esattamente quello che l’Europa ci chiedeva.

R.Po
: Ministro, tre anni a fianco del Presidente, vertici ai più alti livelli.Lei non ha mai avvertito segnali diciamo di diffidenza nei confronti dell’Italia e del nostro Governo?

F. Frattini
: io ho sentito una, purtroppo, molto usata e molto vecchia frase, il luogo comune “i soliti italiani non rispettano gli impegni, prendono gli impegni e poi gli impegni non vengono mantenuti”. Questo e’ un sentimento che in alcuni viene espresso come un retaggio e un pregiudizio che non riguarda certamente questo Governo o un altro governo. E’ evidente che su questo bisogna lavorare, dimostrare con la serietà con la concretezza e con la rapidità. Io credo che dopo una settimana dall’assunzione di un impegno formale aver tradotto l’impegno formale in proposta normativa sia un gesto di serietà. Ma voglio aggiungere, perche nessuno lo ha detto, che ieri sera il Consiglio dei Ministri ha anche deciso che, nell’ambito di questo pacchetto normativo, le misure che potranno essere adottate con decreto legge, alcune di quelle già adottate ieri, ovvero nuove misure, forse più probabilmente nuove misure, saranno adottate con un decreto legge ulteriore che comporrà un pacchetto complessivo dell’agenda europea. Questo pacchetto si comporrà di un maxi emendamento già adottato, di un decreto legge ancora da adottare e di uno o più disegni di legge. Le faccio un esempio: la riforma della giustizia civile, punto richiesto dall’Europa. Qualcuno può pensare di metterla con decreto legge? Per accelerare il contenzioso civile e sbarazzare il campo da centinaia di migliaia di processi civili che bloccano gli imprenditori e le imprese? E’ materia da decreto legge? Sarebbe da irresponsabili pensarci, quindi il ministro Palma ha già pronto un decreto legislativo che sara’ una misura collegata del medesimo pacchetto normativo Europa. Queste sono le cose serie che bisogna spiegare.

R.Po:Sa qualche cosa di più, per esempio come sara’ formulato il quesito?

F. Frattini:
. Il referendum non avrà ad oggetto il rinegoziare delle misure di salvataggio della Grecia. Avrà ad oggetto un punto molto chiaro: le prospettive per i greci sulla permanenza o no in un’area quale quella dell’euro che e’ l’area di stabilità. La Grecia immagina con questo referendum di ottenere una risposta largamente positiva. Io non so se questo accadrà ma una cosa e’ certissima: che gli impegni assunti devono essere rispettati, perche’ nel momento in cui si concorda con la troika europea le misure di salvataggio, gli impegni che in cambio deve prendere la Grecia, perche’ nessuno aiuta un Paese senza avere i compiti a casa da quel Paese. Una volta che tutto questo e’ stato concordato, rimettere in gioco con un aleatorio referendum popolare, bisogna sapere dove si va a finire, quindi questo e’ stato il punto che e’ oggetto anche di discussione proprio di queste ore a Cannes con gli incontri del presidente Papandreu con i vertici europei.

R.Po: Lei ritiene che le ultime defezioni siano in grado di rappresentare un pericolo reale per la tenuta del governo?

F. Frattini
: io non le definirei affatto defezioni. Vi sono molti che hanno interesse a manovre di palazzo e a teatrini della politica. Sono parlamentari, deputati e forse senatori, non so esattamente di chi stiamo parlando, che hanno espresso una richiesta forte di essere maggiormente coinvolti, hanno rivendicato la loro dignità di deputati e di senatori. Sono in molti casi persone che dalla prima ora stanno con Berlusconi, quindi non sono sospettabili del tradimento facile. Piuttosto che bollarli come già fuoriusciti credo che si dovrebbe ascoltare le loro ragioni e parlarci.Il loro problema e’ che vogliono che il governo faccia di più, non che il governo se ne vada a casa. Sono convinto che il governo debba assolutamente fare di più in queste ore.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
R.Po - La patrimoniale per i super ricchi.

Prof. Alberto Quadrio Curzio - Le imposte patrimoniali straordinarie in genere portano con sé delle conseguenze non positive quantomeno sotto due profili. Il primo è un profilo contenzioso che già in esperienze passate italiane si è trascinato con questo tipo di imposta. Il secondo profilo è che in un paese civile bisogna recuperare l’evasione fiscale, applicare delle imposte che siano di natura ordinaria anche sulle proprietà immobiliari: apro e chiudo una parentesi: l’Italia è l’unico paese – certamente di Eurolandia, ma probabilmente ben di più - che non ha un imposta sulle prime abitazioni. Dunque bisogna fare questo tipo di imposta e proseguire con quella che è la tipologia usuale delle imposte ordinarie siano esse sui redditi siano esse sui patrimoni, evitando delle operazioni di natura eccezionale

R.Po - Quindi sta dicendo che bisogna tornare all’Ici sulla prima casa?

Prof. Alberto Quadrio Curzio - Certamente. Non c’è il minimo dubbio. Salvo forse esentare da questa imposta proprio quelle famiglie o quelle persone che dimostrino una incapacità di pagare  l’ici sulla prima casa, ma non credo siano moltissime. Questo è un punto. Per ritornare su questa tipologia di imposta, credo che oggi l’imposizione media sugli immobili in Italia sia circa la metà di Eurolandia, quindi è chiaro che lì c’è uno spazio di tassazione. Così come il recupero dell’evasione va fatto. E credo che le misure che sono in introduzione – ma di per sé dovrebbero già essere operative -  come il redditometro, lo spesometro, per individuare le sacche di evasione e per chiedere ai contribuenti ragione di tutto ciò, siano le soluzioni ordinarie migliori. Le imposte eccezionali in Italia si sono applicate solamente prima delle guerre, dopo le guerre. E’ un caso davvero da prendere con estrema cautela perché può comportare delle conseguenze di difficile valutazione. Ivi comprese conseguenze che non voglio neppure enunciare in termini di appartenenza alla solidarietà di un paese come fughe di capitali o cose di questa natura.

R.Po- Un ascoltatore domanda sull’utilizzo delle riserve auree e del patrimonio immobiliare.

Prof. Alberto Quadrio Curzio -  Io sono sempre stato favorevole all’utilizzo costruttivo delle riserve auree attraverso il conferimento delle stesse ad un fondo finanziario europeo che avrebbe, se tutti i paesi di Eurolandia conferissero le loro riserve auree, una dotazione di capitale straordinaria. Sono circa 350, 370 milioni di once d’oro che ai prezzi attuali valgono più di 450 miliardi di euro. Non dunque alla vendita, che peraltro è ammessa, perché esiste un accordo internazionale che si chiama “Central Bank Gold Agreement” che consente la vendita di oro alle banche centrali aderenti all’accordo stesso,  l’utilizzo dell’oro  come garanzia. Questa garanzia dovrebbe consentire di emettere dei titoli obbligazionari europei che sarebbero molto attrattivi, anche verso la Cina ,un paese disposto ad investire se è sicuro di avere un buon investimento.Non un investimento che rende ma ,un investimento sicuro. Per finanziare da un lato titoli di debito pubblico nazionali e dall’altro grandi investimenti europei. E’ una vecchia idea questa degli investimenti finanziati dai titoli di debito pubblico europeo, che sarebbe molto importante per rilanciare la crescita.Quindi non vendere l’oro ma usarlo come garanzia.
A proposito dello scaricabarile di responsabilità tra Stati uniti, Europa e Italia evidenziato dall’ascoltatore Iglis, devo segnalare circa le banche italiane - che risulterebbero parecchio penalizzate dall’applicazione meccanica di una decisione assunta l’altro giorno dall’Autorità di vigilanza bancaria europea -, che è uscito il rapporto sulla stabilità finanziaria della nostra Banca d’Italia. Ebbene questo rapporto dice che il nostro sistema bancario non è fonte di instabilità e che la sua situazione patrimoniale è una situazione solida; naturalmente poi dà conto anche delle situazioni di difficoltà perche naturalmente se i tassi di interesse aumentano, aumenta il costo della raccolta e quindi aumenta il costo nella concessione di crediti al sistema produttivo e via discorrendo e questo ci riporta al problema della credibilità in questo momento della situazione italiana ed in particolare della credibilità delle misure di politica economica che il Governo va adottando.

R.Po- Salvare l’euro costerebbe di più che salvare la Grecia?

Prof. Alberto Quadrio Curzio - ci sono tali vincoli interni di solidarietà tra gli stati di Eurolandia e tra le economie dell’area Euro che mollare un paese potrebbe significare lo smottamento del tutto.

R.Po- Quindi lo facciamo prima per noi che per loro?

Prof. Alberto Quadrio Curzio- Non possiamo dimenticare i vantaggi che sono arrivati al nostro paese dall’ingresso nell’area Euro. Ieri vi era un bellissimo articolo del presidente Ciampi su un quotidiano importante in cui ricordava che l’ingresso dell’Italia in Eurolandia ha comportato la riduzione dei nostri spread da 600 punti base a 20 punti base e ovviamente la riduzione dell’inflazione e dei tassi di interesse. Naturalmente le banche tedesche e le banche francesi sono molto esposte nei confronti della Grecia – diversamente da quelle italiane  e quindi anche loro hanno un interesse specifico ad evitare un tracollo della Grecia stessa.Per quanto riguarda ciò che diceva il signor Pasquale sono totalmente d’accordo.Bisogna dare ascolto al presidente Napolitano e non è solamente il nostro pensiero di estimatori di questo grande Presidente, ma la Germania, in un comunicato ufficiale, ha sottolineato l’importanza che gli italiani, ovviamente si riferiva ai politici italiani, diano ascolto e seguano le indicazioni del Presidente Napolitano. E’ una presa di posizione fortissima che dimostra di quanta stima goda il Presidente in Europa.

R.Po-  l’ascoltatore Lanfranco  ci chiede  su titoli di stato e calcolo dello spread e Nicola su mutui banche e fallimento dell’azienda di americana di brokeraggio MF Global

Prof. Alberto Quadrio Curzio il fallimento di quella grande società finanziaria americana dimostra ancora una volta quanto in quel paese le regole siano davvero molto lasche e questo ci porta a ri-enfatizzare quanto la crisi abbia avuto origine là e si sia poi ribaltata ovunque.La seconda osservazione riguarda i titoli di stato: è certamente vero che attualmente la media ponderata dà un costo del 4 per cento sui nostri titoli di stato che sono circa sul mercato 1.600 miliardi (meno del debito pubblico perche poi ci sono i debiti dello stato verso terzi). Il calcolo più accurato che è stato fatto è che se il tasso di interesse dei nostri titoli (che hanno una durata media di 7,7 anni), aumenta di un punto, tra 7 anni noi avremo un incremento di oneri di circa 16 miliardi perché va graduato sul tempo. Rilevo però che già quest’anno, attraverso l’aumento dei tassi di interesse in asta, noi andremo a spendere 1,2 miliardi in più di interessi tenendo conto di tutto. Sono calcoli un po’ complicati ma sono calcoli noti agli esperti.Per quanto riguarda la Bce, è vero che se tiene i titoli fino a scadenza e li compra adesso a prezzi svalutati sul mercato ci guadagna, però teniamo anche conto che si prende un rischio che in ogni caso in un istituto di Banca centrale deve essere tenuto in conto e non è cosa piccola. Infine sulle banche, concordo pienamente con Deaglio. Se non si cambiano queste regole assurde si finisce a trattare il sistema bancario italiano, che è solido anche perché ha concesso mutui sensatamente, come una grande banca francese - franco-belga anzi -, che la settimana scorsa, avendo i coefficienti patrimoniali molto migliori di quelle italiane ha in qualche modo dato forfait. Quindi molta attenzione a non soccombere a regole assurde non applicabili al nostro paese.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

R.Po
:  Lei ritiene intempestiva la decisione della Grecia di andare a questo referendum?

Prof. Mario Deaglio -  E’ una decisione sconvolgente, modifica gli equilibri, costringe  i paesi europei a rivedere totalmente le loro strategie e francamente non ne capisco le ragioni. Penso che ci possano essere delle ragioni extra-economiche .Il governo greco ha sostituito i capi delle forze armate, Qui c’è qualcosa che ci sfugge, che non  è chiaro e che è un segnale di forte turbamento.

R.Po: Cominciamo dalla patrimoniale come il nostro ascoltatore Aldo da Brindisi vorrebbe per gli straricchi… come la vede?

Prof. Mario Deaglio -  L’ascoltatore dice ‘andiamo a prendere’…eh, ma non è che quelli aspettano lì, i capitali se li difendono in vari modi, non è facile andarli a prendere. Qui abbiamo praticamente una commistione di cose. Forse perché non hanno voluto, ma anche perché se un ministro vuole andarli a prendere questa cosa non si fa in due giorni. Secondo è il problema del consenso politico perché mentre tutti sarebbero d’accordo nel prendere i patrimoni degli straricchi quando poi andiamo in pratica a usare il nostro bisturi, che è un bisturi grossolano, oltre agli straricchi andremmo a colpire anche la classe media. Questa è la realtà vera. La colpiremo di più o di meno,saremo più o meno bravi nell’essere precisi nei tagli, ma questa è la situazione che ci troviamo di fronte. La classe media non vuole essere tagliata. Dietro alle soluzioni tecniche abbiamo un problema politico e sociale. Bisogna arrivare a un consenso con il paese su questi tagli. Se non c’è e tutti continuano e buttare il peso sugli altri, non andiamo da nessuna parte.

R.Po
:  l’ascoltatore diceva “spero che la Grecia sia anche uno stimolo a passare di più alla politica dell’Europa sulla finanza”. Lei cosa risponde?

Prof. Mario Deaglio
- Per almeno dieci anni i paesi ricchi hanno danzato al suono della finanza. La finanza dice le cose e i governi fanno. Questo, andrebbe bene, se poi dalla finanza venissero fuori sempre dei frutti meravigliosi. Ma negli ultimi anni è venuta fuori una crisi molto grave. Non si può continuare così. Bisogna metter qualche briglia ai mercati. Credo che su questo la posizione di Sarkozy sia molto incisiva. Vuole uscire da Cannes con qualche regola generale. Non so se la otterrà perché poi le resistenza americane su questa cosa sono molto elevate. La Merkel non è entusiasta. C’è un apprezzabile movimento su questa maggiore regolazione dei mercati da parte dei governi.

R.Po
: l’ascoltatore Rossano diceva un governo europeo eletto direttamente dai cittadini. E’ ipotizzabile?

Prof. Mario Deaglio
 In questo momento diciamo chiaramente di no perché non abbiamo gli strumenti giuridici che lo consentono. Ricordiamoci che i francesi e gli olandesi hanno votato no al referendum sulla costituzione europea e poi si è cercato di mettere riparo a questo col Trattato di Lisbona, che non è una vera e propria costituzione e tra l’altro non prevede un ministro dell’economia. C’è questa gelosia degli stati nei confronti dell’Europa di tenere nelle proprie capitali le decisioni chiave che son fonti di potere. Se si deve cambiare questa situazione qui, devono essere i cittadini europei a farlo. Fino a adesso i cittadini europei hanno risposto di no. E quindi è uno dei motivi della debolezza attuale. Per quanto riguarda la questione aurea sono assolutamente d’accordo con Quadrio Curzio, sull’uso costruttivo di queste riserve. Cioè non buttarle sul mercato ma usarle come garanzie di titoli. Ricordiamoci che l’accordo che l’Italia ha firmato, il Gold Agreement, sulle vendite di oro della Banca Centrale . Un mix potrebbe anche starci bene tanto per dare un segnale. Però non è la soluzione insomma.

R.Po: si dimetterà secondo lei Papandreou?

 Prof. Mario Deaglio  : Credo che il mondo abbia un certo senso di stanchezza nei confronti della Grecia e la stanchezza comincia dai nomi. Papandreu è figlio d’arte  e suo padre era già stato primo ministro. Venizelos ha avuto il nonno che ha fatto la guerra alla Turchia all’inizio del 1930, quando c’è stata la guerra greco-turca. Nell’opposizione Karamanlis è figlio d’arte pure lui… basta! Insomma, qui abbiamo alcune grandi famiglie che di fatto controllano il paese. Io non so se questo sia democrazia. Probabilmente formalmente lo è, ma è una democrazia molto particolare e che oggi fa vedere i suoi limiti. Volevo fare due osservazioni. Una all’ascoltatore che ha detto abbiamo il rischio di bruciarci le mani. Caro ascoltatore, abbiamo il rischio di bruciarci molto più delle mani. Il problema qui è che qui va in aria tutto. Va in aria un sistema di relazioni economico finanziarie, come diceva Quadrio Curzio tutto quello che abbiamo costruito in Europa che ha consentito la diminuzione degli spread, la crescita-  tutto questo è sul piatto della bilancia. Perché tutto questo? Per quale motivo dobbiamo pagare noi se i greci sbagliano? E’ un discorso del domino, del castello di carte. Se la Grecia mette in difficoltà le banche tedesche e francesi, le nostre possono essere anche molto virtuose( e lo sono) ma nel momento in cui  partner principali con cui parliamo sono in difficoltà, la difficoltà si trasmette in tutto il sistema. Visto che i soldi in Europa girano con la massima libertà. Allora noi abbiamo questo contagio che è rapidissimo. Non è come in passato, ci mettevano mesi, c’era tempo per prendere contromisure. No, qui in qualche ora, come si può vedere, tutto cambia. Come vedo dall’indice di borsa che ho qui davanti di Milano siamo a meno uno e sessanta.

R.Po: Gli ascoltatori pongono alcune domande: l’opportunità di diventare più nazionalisti;sui tassi di interesse dei titoli di stato;sui muti che le banche concedono meno e sul fallimento dell’agenzia di brokeraggio americana MF global.

 Prof. Mario Deaglio: Il fallimento della MF Global americana è dovuto anche a speculazioni sbagliate sui titoli italiani. Probabilmente,hanno puntato sui titoli italiani mentre i titoli italiani sono poi scesi. In questo momento le banche non sono in grado di erogare perché sono impiccate dalle regole che impongono loro di capitalizzare sempre di più e quindi si arriva al paradosso di una liquidità interna maggiore che non può essere impiegata anche perché ci sono i coefficienti di rischio. La rischiosità degli impieghi è generalmente aumentata e le banche devono accantonare e stanno lì. Se non si cambiano le regole e soprattutto se non si fa una modifica per l’Italia di questa regola europea che è stata fatta per far piacere alle banche tedesche e francesi ci troveremo in una certa difficoltà. Tassi di interesse. Ecco, qui c’è un punto che va chiarito. Lo “spread “fa tanta notizia, ed è giusto che noi prendiamo la temperatura del malato tutti i giorni, però attenzione .. perché quello che conta sono i tassi d’interesse che si pagano in asta. L’asta non avviene tutti i giorni, ma avviene generalmente una volta ogni quindici giorni. Allora normalmente questi tassi sono un po’ inferiori da qualche tempo allo spread. Questo va detto un po’ per tranquillizzare. Ed è vero che noi paghiamo già su debiti pregressi, su tutti i titoli a lungo termine dei tassi che sono relativamente alti.
Infine, diventare  nazionalisti? Mah, forse in certi momenti di emergenza un pò di simpatia per i produttori italiani ci vuole. Però dovremmo chiederci anche come mai la Fiat vende soltanto trentottomila auto su 138 mila. Probabilmente non è solo questione di gusto ma anche di prezzo e  qualità.



 

Ultimi media:

[an error occurred while processing this directive] /dl/RaiTV/programmi/liste/ContentSet-cd68de04-304d-477e-ae3e-bd5868739662-A-3.html
[an error occurred while processing this directive]