Con New York si è aperta una nuova stagione di sfilate di pret a porter che proseguirà a Milano e a Parigi per suggerire tutto quello che andrà di moda la prossima primavera estate. Un rito che già pone un interrogativo: mentre stiamo pensando a cosa indossare nell’inverno ormai alle porte, non crea confusione parlare tanto in anticipo delle tendenze della prossima estate? E intanto che cosa succederà nel nostro mondo? Avranno ancora senso i bombardamenti mediatici di giornali e televisioni che mostrano gambe nude e scollature da caldo tropicale mentre siamo ancora dubbiosi sul colore del cappotto che vogliamo comprare? Tant’è, la moda deve anticipare i tempi e dunque bisogna presentare oggi a stampa specializzata e compratori le collezioni che dovranno essere prodotte e commercializzate. Il problema è che, spettacolo a parte, questo corsa non ha più senso così come nessuno prende più per oro colato i suggerimenti degli stilisti. Primo perché il rischio è quello di diventare grucce viventi, poi perché non sempre quel che è di moda valorizza! C’è un’inversione di tendenza però che fa ben sperare ed è il ritorno alla sobrietà di quasi tutte le griffes più prestigiose, evidentemente consapevoli che il tempo degli eccessi è definitivamente tramontato. E poiché la vera moda è quella che fotografa i cambiamenti sociali, in questo momento di crisi globale solo l’elogio della normalità può garantire fatturati e consensi. Così come non è da sottovalutare il nuovo processo di democratizzazione di marchi cosiddetti snob che stanno siglando accordi con catene low cost per conquistare una più ampia fascia di consumatori. Sembra proprio che la moda stia scendendo con i piedi per terra e non può che farle bene!