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I RIMPIANTI
07 dicembre 2011

Un rapporto interrotto o mai avviato, in amore o in amicizia; un litigio in famiglia; un corso di studi non portato a termine; spese poco oculate; una scelta di lavoro o di carriera: tra azioni commesse e occasioni perdute sono tanti i motivi di un rimpianto. E naturalmente più si investe in una scelta, più il rincrescimento è forte. Una recente ricerca svolta negli Stati Uniti da una équipe di psicologi ci dice che il motivo principale del rimpianto riguarda la sfera degli affetti: l’amore e la famiglia. E questo specialmente tra le donne. Gli uomini invece rimpiangono soprattutto le scelte sbagliate nel lavoro e nella carriera, anche se non mancano i riferimenti alla vita affettiva. Per ambedue, solo più in basso si trovano i rimpianti per non essere stati genitori all’altezza, quando si hanno figli. Seguono le lamentele per aver trascurato la salute, gli amici, la vita spirituale, il tempo libero. Ma cosa significa rimpiangere? E’ un puro esercizio emotivo e mentale o può diventare anche uno stimolo a migliorarsi, a non commettere più quegli stessi errori? Se è vero che la storia non è fatta con i “se”, il rimpianto è un atteggiamento senza ritorno? O è anche una forza attiva, propulsiva? Il rimpianto può essere collettivo? Ospiti:il prof. LUIGI ANOLLI, docente di psicologia della comunicazione e psicologia della cultura all’Università Bicocca di Milano e il prof. UMBERTO CURI, docente di storia della filosofia all’Università di Padova.

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