La Turchia di Erdogan sette mesi esatti dopo il fallito golpe militare. Un paese dove le opposizioni sono ridotte al silenzio e gli attentati degli estremisti islamici colpiscono duramente. Parla una scrittrice finita in carcere subito dopo il mancato colpo di stato e racconta come il paese che solo dieci anni fa sperava di entrare nell’unione europea, sia diventato un regime confessionale, con nuovi nemici, gli estremisti dell’Isis e nuovi alleati, la Russia . Oppositori, artisti, sostenitori del governo commentano l’ultimo attentato che ha colpito la capitale, Istanbul, nel giorno di capodanno , quando un terrorista uzbeko ha attaccato la discoteca più alla moda della zona occidentale uccidendo quaranta persone. Chiusi i teatri d’avanguardia nella capitale a cavallo tra i due continenti, imbavagliati i giornali non filogovernativi, la Turchia laica e multiculturale sembra dimenticata. Ultima occasione per scalfire il potere di Erdogan è il referendum previsto in aprile. Si vota contro o a favore della repubblica presidenziale. Le opposizioni serrano i ranghi.