NILOTICA
Viaggi
Ti vidi, Alessandria,
friabile sulle tue basi spettrali
diventarmi ricordo
in un abbraccio sospeso di lumi.
Da poco eri fuggita e non rimpiansi
l'alga che blando vomita il tuo mare,
che ai sessi smanie d'inferno tramanda,
né l'infinito e sordo plenilunio
delle aride sere che t'assediano,
né in mezzo ai cani urlanti,
sotto una cupa tenda
amori e sonni lunghi sui tappeti.
Sono d'un altro sangue e non ti persi,
ma in quella solitudine di nave
più dell'usato tornò malinconica
la delusione che tu sia, straniera,
la mia città natale.
(Giuseppe Ungaretti, Ti vidi, Alessandria)
Colazione da estasi oggi, in una mattina di tiepido sole invernale, al 1° piano dell'Hotel Metropole, mentre fuori tram e carrozze a cavalli solcano il lungomare protetto da un'invitante cielo terso. Sotto quel cielo fanno bella mostra di sé i caffè, con specchi barocchi dall' aria vagamente francese o viennese, le facciate dei palazzi a colori pastello con le finestre persiane italianeggianti e l'atmosfera complessivamente greca della città: da qui parte l'esplorazione di Alessandria, con uno sguardo alle sue origini, quell' Alessandria capitale della memoria, oggi piena di turisti egiziani della domenica. Alessandria, città scorticata oggi, dove un tempo Kavafis beveva il caffè con Forster, città dove, oggi, il nazionalismo ha vinto e il sapore esclusivamente egiziano si è definitivamente imposto sull'internazionalità di un tempo (prima dell'avvento di Nasser) Niente più tracce delle atmosfere dei romanzi di Durrell, niente più ballerine, mercanti corrotti, bellissime ebree e banchieri armeni, solo nei romanzi sopravvivrà la memoria di quell'epoca. Ora, la "regina del Mediterraneo" vive nascosta, un volgare manto stradale la censura.
Ma, volendo godere ancora del multiculturalismo di Alessandria, ci si può fare inghiottire dalle sue viscere attraverso una scala a chiocciola e immettersi nella rete catacombale che sorprende per i segni artistici eterogenei, a testimonianza del clima di tolleranza e sincretismo dell'antica cultura alessandrina.
Ed è certamente questo cocktail che ci restituisce alla superficie, dove un'improbabile autista con una macchina sgangherata ci sbarca in un'immensa torbiera , siamo più a sud. Qui, inevitabilmente, calpestiamo miliardi di cocci, resti di orci, boccali e ciotole, anfore, frammenti di acqua marina, frammenti di giavazzo, pezzi di ossa, gusci di ostriche e cosi scopriamo che lo scricchiolio che produciamo con i nostri passi è tutto quello che rimane di Ossirinco, l'antica città dal naso aguzzo. Potremmo andare avanti per miglia e miglia.....
Suggestioni letterarie
Costantino Kavafis, Poesie, Mondadori, 1961
Luciano Canfora, La biblioteca scomparsa, Sellerio, 1995
Lawrence Durrell, Il quartetto di Alessandria, (Balthazar - Clea - Justine - Mountolive), Einaudi, 2003
William Dalrymple, Dalla montagna sacra, Rizzoli, 2002
Edward Morgan Forster, Alessandria d'Egitto: storia e guida, Sellerio, 1996
Musiche
The Clash, Rock the Casbah
Crosby, Stills, Nash, Young, Don't Let It Bring You Down
Vinicio Capossela, All'una e trentacinque circa
Ledeppelin, Immigrant Song
Elvis Presley, Love me tender