Ancora oggi, anno 2009, quando Mario Balotelli o Stefano Okaka, due calciatori neri e italiani, fanno goal o qualche prodezza spesso si sentono come sottofondo molesti cori razzisti che vengono non solo dalla curva avversaria, ma anche dalla propria. Sono nati blog e gruppi sul social network Facebook che inneggiano all'odio razziale, gruppi che sostengono che non esistono italiani neri, perché il vero italiano ha la pelle bianca; negando con questa affermazione secoli di commistioni e scambi tra le genti. Come ben ci hanno ricordato nella canzone Figli di Annibale gli Almamegretta: Annibale sconfisse i romani restò in Italia da padrone per quindici o vent'anni. Ecco perché molti italiani hanno la pelle scura, ecco perché molti italiani hanno i capelli scuri, un po' del sangue di Annibale è rimasto a tutti quanti nelle vene.
Con il programma Black Italians si vuole capovolgere il significato negativo che alcuni danno a questo termine, mettendo in evidenza come vi siano neri italiani che fanno parte della popolazione, cromaticamente assai più variegata del semplice colore bianco. Nel caso dei black italians di cui raccontiamo le storie, spesso non ci si limita a far parte del paese, ma si cerca di fare qualcosa per esso. Molti infatti rappresentano l'Italia sui campi sportivi, nei teatri, nello schermo, diventando deputati della Repubblica e giurando sulla costituzione.
Storie di persone determinate che si sacrificano non solo per ottenere risultati importanti per la propria vita, ma anche per sconfiggere i pregiudizi e gli stereotipi che amareggiano tante persone. Anche per questo, la storia dei Black Italians è la storia di tutti noi.
La storia di un'Italia plurale che non solo verrà, ma che è già arrivata.