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I film e i programmi

Maratona Horror Italiano

Alle 1.00
L'etrusco uccide ancora
di Armando Crispino (Italia, 1971)
con Alex Cord, Samantha Eggar, John Marley, Enzo Cerusico

Una serie di delitti ricorda un antichissimo, macabro rituale etrusco. Le vittime sono coppie d’innamorati, e gli omicidi sembra siano ispirati agli affreschi di una tomba etrusca,  in cui compare l’antico dio etrusco Tuchulcha, demone della morte. La tomba si trova nei dintorni di Spoleto ed è stata scoperta da un archeologo. Un commissario svolge le indagini tra i partecipanti al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Un film di cui tutti conoscono l’iconico titolo, rivelatore del genere cinematografico a cui appartiene. La storia è in realtà un intreccio tra thriller mitologico e drama/melò con buone idee, che furono sviluppate in film successivi da altri registi. Prima fra tutte, quella del registratore che si mette in funzione quando compare l’assassino e riproduce musiche di Verdi, ripresa poi da Dario Argento in Profondo Rosso. Inoltre atmosfere inquietanti, come quella della necropoli etrusca e la presenza di oggetti portati dall’assassino, sono elementi che Crispino anticipò, dando il via a una certa estetica dei film horror italiani anni ’70.



Alle 2.45
Il coltello di ghiaccio
di Umberto Lenzi (Italia, 1972)
con Carroll Baker, Alan Scott, Evelyn Stewart

Martha è sordomuta a causa di un trauma infantile. Quando rincontra la cugina Jenny Ascot, famosa cantante che si reca a farle visita, è entusiasta, ma la sua vita ripiomba nell’incubo dopo l’assassinio di Jenny. Sembra che intorno alla cupa villa di Martha, immersa nella nebbia di Montseny, si aggiri un maniaco e, quando gli omicidi iniziano a moltiplicarsi, il terribile passato della donna torna a galla. Umberto Lenzi gira un personale remake de La scala a chiocciola con l’attrice feticcio, Carroll Baker, già protagonista della sua trilogia di ‘gialli erotici’ Orgasmo (1969), Così dolce… così perversa (1969) e Paranoia (1970), privilegiando in questo caso il thriller psicologico.

Alle 4.20
Rosso sangue
di Aristide Massaccesi (Italia, 1982)
con George Eastman, Edmund Purdom, Annie Belle

Vittima di un esperimento genetico, un uomo si è trasformato in un assassino quasi invulnerabile. Un prete cerca di fermarlo, ma dopo essere stato catturato e ricoverato in ospedale per una grave ferita all’addome riesce a fuggire. La sua strada sarà disseminata di morte e violenza.  Più una variazione sul tema del precedente Antropophagus che un vero e proprio sequel, è un classico dello splatter all'italiana di Joe D’Amato (Aristide Massacesi), girato interamente a Fiano Romano dove è stata ricostruita la villa in cui si svolge la storia. Definito ‘il miglior slasher italiano’ dalla rivista Nocturno, il film fu inserito nel 1984 nella lista dei ‘video nasty’ e bandito in Inghilterra.

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