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Mad Men

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Serie tv

Titolo originale: Mad Men

Produzione: Usa

Canale: AMC

Stagioni: 6+ (2007-in corso)

Ideatore: Matthew Weiner

Cast: Jon Hamm, Elisabeth Moss, Vincent Kartheiser, January Jones, Christina Hendricks, John Slattery, Robert Morse, Aaron Staton, Rich Sommer, Jared Harris, Jessica Paré, Kiernan Shipka

 

Per tre anni consecutivi miglior serie drammatica ai Golden Globe; quindici Emmy, di cui quattro consecutivi per la miglior serie drammatica e tre per la miglior sceneggiatura.

Ideata da Matthew Weiner – già produttore e sceneggiatore de I Soprano – per il canale via cavo AMC, Mad Men è uno straordinario ritratto dell’America degli anni sessanta, raccontata nelle sue idee, nei suoi miti popolari e nelle sue convenzioni sociali. La prospettiva è quella di un’agenzia pubblicitaria di New York: gli “uomini folli” del titolo sono infatti i professionisti di Madison Avenue, strada newyorkese – detta appunto Mad Avenue – culla dell’industria della pubblicità.

Al centro della vicenda c’è il dirigente creativo Don Draper (Jon Hamm, Golden Globe come miglior protagonista drammatico), uomo dal passato oscuro, che ha saputo costruire con decisione, charme e cinismo una solida reputazione professionale. Attorno a lui, la timida e determinata copywriter Peggy Olson (Elisabeth Moss), l’ambizioso account Pete Campbell (Vincent Kartheiser), la capo-segreteria Joan Holloway-Harris (Christina Hendricks), il socio e amico, gaudente e donnaiolo, Roger Sterling (John Slattery) e il “grande vecchio” Bertram Cooper (Robert Morse), raffinato e disilluso socio fondatore dell’agenzia.

Grazie a un’eccezionale ricostruzione scenografica – anch’essa premiata con un Emmy – l’alba della cultura dell’immagine rivive attraverso i suoi motivi estetici dominanti, consegnati alla memoria collettiva dalla pubblicità, dalla televisione e, soprattutto, dal cinema: fumo di sigaretta e bicchieri di whiskey, capelli impomatati e gonne a fiori, elettrodomestici e manifesti disegnati.

Ai classici del mélo hollywoodiano guarda anche l’efficace caratterizzazione dei personaggi, sempre divisi tra la ricerca di successo professionale e affermazione sociale e le frustrazioni, talvolta piccole, talvolta soffocanti, della vita privata. Basti pensare alle inquiete relazioni del protagonista con l’ex moglie Betty (January Jones), ex-modella e casalinga disperata, e con la giovane nuova compagna Megan (Jessica Paré).

Un sorprendete lavoro di sceneggiatura restituisce in dettaglio abitudini sociali e mentalità di un’epoca: un decennio di euforia consumista e cambiamenti sociali veicolati dai media, sospeso tra il conformismo puritano e patriottico degli anni della guerra fredda e la galoppante rivoluzione generazionale. La Sterling-Cooper-Draper-Pryce è lo specchio della contemporanea società dei consumi, dove il consenso, sociale e politico, si confonde con il gradimento del prodotto e dove l’identità è solo l’immagine che si riesce a vendere.

Nel corso della prima stagione, gli uomini dell’agenzia si sono trovati, non a caso, a lavorare alla prima campagna presidenziale di Richard Nixon: è l’autunno 1960 e quattro faccia a faccia televisivi con l’avversario John Kennedy – i primi della storia tra due candidati alla presidenza – segnano simbolicamente il passaggio tra la società dell’immediato dopoguerra e quella della comunicazione di massa. A fare da sfondo alla seconda stagione sono invece stati i più importanti eventi di cronaca e costume dell’anno 1962: dalla morte di Marilyn Monroe alla drammatica crisi dei missili di Cuba.

La terza stagione ha seguito i protagonisti per tutto il corso del 1963, fino a un altro drammatico tornante della storia americana: l’assassinio del presidente John Kennedy, il 22 novembre, sfondo di un bellissimo penultimo episodio diretto dal maestro Barbet Schroeder. Ambientata tra il 1964 e il 1965, mentre la battaglia degli afroamericani per i diritti civili surriscalda il clima politico nazionale e lo sciagurato impegno militare in Vietnam muove i suoi primi passi, la quarta stagione ha infine assistito a numerosi, radicali cambiamenti nella vita dei protagonisti, a cominciare dal difficile lancio della nuova agenzia, nata su iniziativa dei soci anziani della vecchia Sterling-Cooper.

L’arco temporale coperto dalla quinta stagione va dalla primavera del 1966 a quella del 1967, apice della “rivoluzione dei fiori”: è proprio una serata di trasgressione a base di LSD a spingere Roger Sterling all’ennesima crisi matrimoniale. Al centro della scena sono comunque ancora Don e la sua convivenza con Megan, condizionata da nuove scelte professionali. Una stagione di scelte difficili anche per Peggy, decisa a trovare finalmente un’autonomia dal proprio mentore.
Sfondo della sesta stagione è infine il periodo dal natale del 1967 all’autunno del 1968, ancora segnato da drammatici eventi di cronaca, come le uccisioni di Martin Luther King e di Robert Kennedy e i gravi disordini di piazza in occasione della Convention del Partito Democratico a Chicago. Mentre Megan è diventata un’attrice televisiva di successo, Don non riesce a chiudere l’avventura con la vicina di casa Sylvia. La concorrenza tra la ‘Sterling Cooper Draper Price’ e la rivale ‘Cutler Gleason & Chaough’ condurrà poi a uno sviluppo inaspettato.

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