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Il buongiorno di Twilight del 12/04/2012

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Dov'è stato pubblicato il primo Corano in arabo? Il primo Talmud? Il primo libro in armeno, in greco o in cirillico bosniaco? Dove sono stati venduti il primo tascabile e i primi bestseller? La risposta è sempre e soltanto una: a Venezia. È proprio nella città veneta, nei primi decenni del Cinquecento, che nasce il libro, ma anche tutto il business dell'editoria.

IL DISCO DEL GIORNO
"Who's Feeling Young Now?" (2012), Punch Brothers, Nonesuch
Avevano già fatto bene con i loro primi due album ed eccoli ora al terzo, "Who's Feeling Young Now?", completato in sole tre settimane ai "Blackbird Studios" di Nashville. Loro sono i Punch Brothers, gruppo nato nel 2006 e formato da Chris Thile (voce/mandolino), Gabe Witcher (violino), Noam Pikelny (banjo), Paul Kowert (bassista) e Chris "Critter" Eldridge (chitarra). Fanno bella musica, fondamentalmente acustica, dove non mancano però sonorità più moderne. Il loro "Who's Feeling Young Now?" è un disco ricco e godibile, ben scritto, ben suonato, ben cantato. Dentro c'è il folk, il country, la canzone d'autore, la creatività e la passione. Che dire di più? Solo che vi consigliamo caldamente di ascoltarlo.

IL LIBRO DEL GIORNO
"L'alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo", Marzo Magno Alessandro, Garzanti, pp. 220
Venezia ha fatto leggere il mondo. Lì è stato pubblicato il primo Corano in arabo; lì hanno visto la luce il primo tascabile, il primo libro di musica stampato con caratteri mobili, il primo trattato di architettura illustrato, il primo libro di giochi con ipertesto a icone, il primo libro pornografico, i primi trattati di cucina, medicina, arte militare, cosmetica e i trattati geografici che hanno permesso al mondo di conoscere le scoperte di spagnoli e portoghesi al di là dell'Atlantico. Nel Cinquecento, la città veneta è una vera e propria multinazionale del libro, con le più grandi tipografie del mondo, in grado di stampare in qualsiasi lingua la metà dei libri pubblicati nell'intera Europa. Committenti stranieri ordinano volumi in inglese, tedesco, céco, serbo. Appena pubblicati, vengono diffusi in tutto il mondo.
Sempre a Venezia trasferisce la sede della sua tipografia Aldo Manuzio, il genio che inventa la figura dell'editore moderno. Prima di lui gli stampatori erano solo artigiani attenti al guadagno immediato, che riempivano i testi di errori. Manuzio si lancia, invece, in progetti a lungo termine e li cura con grande attenzione: pubblica tutti i maggiori classici in greco e in latino, ma usa l'italiano per stampare i libri a maggiore diffusione. Inventa un nuovo carattere a stampa, il corsivo. Importa dal greco al volgare la punteggiatura che utilizziamo ancora oggi: la virgola uncinata, il punto e virgola, gli apostrofi e gli accenti. Dalla sua tipografia escono il capolavoro assoluto della storia dell'editoria, il "Polìfilo" di Francesco Colonna (1499), ma anche il bestseller del Cinquecento, il "Cortegiano" di Baldassar Castiglione, il libro-culto della nobiltà europea.
Storie e vicende raccontate da Alessandro Marzo Magno in "L'alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo". Nei primi magici decenni del Cinquecento a Venezia, infatti, si inventa quasi tutto ciò che noi conosciamo del libro e dell'editoria. La Serenissima resterà la capitale dei libri finché la Chiesa, che considerava la libertà di stampa un pericolo, non riuscirà a imporre la censura dell'Inquisizione. Pietro Aretino, prima star dell'industria culturale e prototipo degli intellettuali italiani, da idolo delle folle diventerà un reietto. E la libertà di stampa cercherà nuovi rifugi nell'Europa del Nord. 

 

 

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