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Il buongiorno di Twilight del 03/06/2010

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Di anni ne sono passati tanti, ma finalmente arriva un libro che fa un po' di luce su quello che è stato l'underground italiano degli anni '80. "Eighties Colours. Garage, beat e psichedelia nell'Italia degli anni Ottanta", scritto da Roberto Calabrò, racconta quel periodo ribattezzato "neo-Sixties". Un periodo che è un tuffo nella musica dei Sessanta, un recupero dei suoni, degli strumenti, della freschezza, dello spirito e dell'ingenuità di quegli anni. Band come Not Moving, Sick Rose, Birdmen of Alkatraz, Pikes in Panic, No Strange, solo per citarne alcune, sono riuscite a portare una ventata di aria fresca, qualcosa di nuovo per uscire dall'asfittico grigiore del decennio.

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IL DISCO DEL GIORNO
"Get Along Girl", The Sick Rose, da "Faces" del 1986, Electric Eye Records
Considerati da molti uno dei gruppi più influenti della scena sixties garage revival degli anni '80 a livello mondiale, i Sick Rose si formano a Torino nel 1983 dall'incontro di Luca Re (voce) e Diego Mese (chitarra). Con il primo "selvaggio" singolo, "Get Along Girl", e l'album d'esordio "Faces", la band inizia il proprio filologico volo nei Sessanta, con le valigie perse negli Ottanta. Un disco "puro", fatto di canzoni veloci, frenetiche e immediate, con il corredo di fuzz, Farfisa e vocals "spinti" tipici del filone. I Sick Rose conquistano critica e pubblico di mezza Europa grazie anche ai live adrenalinici, al fianco di leggende del genere come Fuzztones, Dream Syndicate, The Nomads, Stomach Mouths.

calabrò

IL LIBRO DEL GIORNO
"Eighties Colours. Garage, beat e psichedelia nell'Italia degli anni Ottanta", Roberto Calabrò, Coniglio Editore, pp. 224
Gli anni Ottanta non sono stati solo quelli degli yuppies e della "Milano da bere", di DJ Television e del Pentapartito al governo. Dietro la loro facciata superficiale, scorreva una straordinaria creatività sotterranea, lontana dai patinati circuiti "ufficiali", spesso dimenticata, che eleggeva miti e cementava legami. Tra il 1985 e il 1990, da Nord a Sud, centinaia di giovani – stanchi dei dogmi della politica come delle atmosfere oscure del dark e della new wave – decidono di voltarsi indietro e guardare ai Sixties come inesauribile fonte di ispirazione. Vogliono celebrare la gioia di vivere, ritornare alle radici più pure del rock'n'roll, passando attraverso la riscoperta di oscure formazioni americane e inglesi degli anni Sessanta. Come i loro coetanei d'Oltreoceano o della fredda Scandinavia, si fanno crescere i capelli e li acconciano a caschetto, iniziano a indossare camicie Paisley e a portare i Chelsea Boots, gli stivaletti a punta in voga ai tempi dei Beatles, segni di riconoscimento tra i carbonari di quell'arte. Ma soprattutto imbracciano gli strumenti e li accordano sui meravigliosi suoni di due decenni prima: l'urgenza espressiva del garage, la vitalità del beat, il fascino multicolore della psichedelia. "Eighties Colours" ripercorre tutte le tappe del movimento neo-Sixties che per sei anni rivitalizzò la scena musicale italiana: un circuito indipendente da cui uscirono decine di dischi, concerti, tour, fanzine e fogli di controinformazione. Attraverso la viva voce dei protagonisti di allora e con un apparato iconografico senza precedenti, questo libro ci trascina nell'atmosfera di febbrile eccitazione, di entusiasmo e di spontaneità di quegli anni irripetibili e naïf.

  

 

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