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I programmi di (none)

Mia madre

1958, Cisternino è un piccolo paese in Puglia, uno dei tanti del Sud dove il boom economico proprio non è passato, neanche vicino. Qui vive Nunzia, una bella ragazza che il padre Marino ha cresciuto in modo diverso, con la mente "aperta" e tanta voglia di vivere. È innamorata di Uccio, bracciante dai polmoni fragili. Nonostante le chiacchiere malevole del paese i due si sposano e mettono al mondo tre figli: Lucia, Giacomo e Giuseppe.

Ed è Giuseppe a raccontare la storia della sua famiglia, una storia fatta di emigrazione, di fabbrica e di una difficile integrazione. Uccio, a Cisternino non può continuare a lavorare la terra, la tosse asmatica lo sfinisce, ma il destino dei suoi figli è tutto nelle sue braccia. Una sera, suggestionato dai racconti di alcuni compaesani emigrati, prende la decisione di trasferirsi a Torino. Qui, in seguito, lo seguira' anche Nunzia che, pur tra sacrifici, fa ogni sforzo per integrare la sua famiglia nella nuova citta'. Dure prove l'aspettano: una ragazza che lei ha preso in simpatia, Tina, viene violentata e tutto il quartiere si schierera' contro di lei; suo marito ha un grave incidente in fabbrica e, pur di vedere assunto suo figlio, rinunciano a far causa all'azienda.

Nel 1980 i figli sono diventati grandi. Giacomo entra in fabbrica, al posto del padre, e diventera' un quadro aziendale. Giuseppe, invece, diventera' un giornalista che prendera' a cuore la condizione dei meridionali. Le visioni politiche tra i due fratelli diverranno sempre piu' lontane. Lucia invece sarà preda delle sirene della moda, del mondo luccicante e lussuoso della "Torino Bene".

A tenere le fila della Famiglia Moliterno una donna, sola, coraggiosa, instancabile, una donna dal sorriso e dal cuore grande, il cuore di una madre. Una madre che alla fine vedrà germogliare  i valori seminati in tutti e tre i suoi figli che diventeranno  uomini e donne dalla schiena dritta, come quella dei tanti italiani a cui assomigliano e con cui dividono un passato comune.

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