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I programmi di (none)

Il Capitale di Philippe Daverio

Il programma di arte e cultura ideato e condotto dallo storico dell’arte


















Si chiama Il Capitale di Philippe Daverio il nuovo programma di arte e cultura ideato e condotto dallo storico dell’arte. Una sorta di inchiesta sul patrimonio umano e culturale disseminato per il mondo, per i quali Daverio ha scelto un titolo emblematico che gioca sulla contrapposizione tra capitale monetario e capitale umano. «Il vero Capitale è un capitale umano», spiega l’antropologo dell’arte di origine alsaziana. Nell'epoca del trionfo di una neo-lingua economica, intrisa di termini come spread, derivati, default, dai significati oscuri e complessi, il manufatto artistico resta ancora il documento e il linguaggio più credibile per descrivere il pensiero, la cultura, il gusto di un popolo, un periodo storico, una corrente filosofica.«L’eredità culturale – aggiunge Daverio - è il capitale maggiore che abbiamo, soprattutto in Italia, ed è fatta non solo da cose, ma anche da modi di utilizzare queste cose, da saperi. Anche la moneta per essere credibile deve rivestirsi con un segnale di cultura». Non a caso, il capitale valutario, nel perpetuo inseguimento di una sua legittimazione, inserisce nelle monete e banconote di tutto il mondo immagini di artisti, intellettuali, personaggi storici e opere d’arte, sovrapponendo così il valore finanziario con il valore culturale. Il Capitale di Philippe Daverio, a partire dalla sigla d'apertura e poi nell’ironica scenografia dello studio, espone una rassegna di queste opere d'arte e protagonisti della cultura stampati sulle banconote. L’intento è quello di sancire la superiorità e la stabilità del capitale umano: «Il danaro ricorre alla cultura per rendersi credibile. Ed è di questa credibilità che ci occupiamo noi perché accanto al capitale economico, e soprattutto dopo aver scoperto con quale facilità implode, esiste il patrimonio della creatività, che come quello finanziario fluttua costantemente, cresce e decresce, ma non affonda mai». Per Daverio la cultura è una parte importante della storia dell’economia, «la critica d'arte si occupa del bello e del brutto, noi nel nuovo programma ci interessiamo di antropologia culturale, delle abitudini e del patrimonio delle tribù che abitano il globo, concedendoci accenni di economia un po’ ironici, ma tendenzialmente pertinenti».


IL CAPITALE UMANO
Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spread. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro. Lo spread non c'entra con il capitale ma con il capitalismo. In tale contesto danaro sembra essere diventato la vittima di se stesso e infatti cerca sempre di più immagini di artisti, intellettuali e opere d'arte per rendersi credibile. Di questa credibilità si occupa Il capitale di Philippe Daveri. Accanto al capitale monetario, e soprattutto dopo aver scoperto con quale facilità implode, esiste il capitale umano, quello della creatività, che, pur fluttuando continuamente, non affonda mai.

LA CINA SINTETICA
In questa puntata La Cina del presente e del futuro, a margine della spettacolare edizione dell’Expo 2010. Si comincia così questo affascinante viaggio con un reportage dedicato all’Esposizione Universale di Shanghai del 2010, si visitano i padiglioni nazionali, constatando il particolare successo di quello italiano forse secondo solo a quello cinese per numero di visitatori.
 
PECHINO
In questa puntata un affascinante viaggio nella capitale Pechino con il suo sviluppo sospeso tra tradizione e modernità. In nuovo contro il vecchio era la tesi di Mao, mentre la tesi di oggi è il vecchio contro il nuovo, perché il nuovo è diventato troppo vecchio in fretta. E così la città prende un sapore neo-ibridato, trns-cinese.

LA CINA SINCRETICA
Con questa puntata si chiude il miniciclo in tre episodi dedicato interamente alla Cina. Dopo aver parlato della spettacolare edizione dell’Expo l2010 e poi di Pechino e il suo sviluppo sospeso tra tradizione e modernità, questa volta si guarda soprattutto all’indietro, mettendo in luce le implicazioni e le eredità del passato storico cinese sull’attualità del grande paese d’Oriente.

MAESTRO BOTTA
Un viaggio intervista itinerante attraverso i luoghi di alcune opere dell'architetto ticinese Mario Botta, uno di quegli architetti di frontiera che negli ultimi quaranta anni è stato uno dei protagonisti del ritorno alla linea curva come conseguenza della declinazione fra forme geometriche pure: il quadrato, il cerchio, il triangolo. Compasso, squadra e matita, sono stati per secoli gli strumenti dell’architetto. Successivamente con la cultura della modernità, l’uso del compasso si è perso quasi per strada, lasciando campo libero alla sola squadra e dando luogo al razionalismo. Passaggio ulteriore: in tempi recenti si sta abbandonando anche la matita e si fa tutto su computer mediante rendering.

LA RISPOSTA DI BOTTA
Secondo appuntamento dedicato a Mario Botta. Una conversazione-intervista tenuta presso il MART di Rovereto, complesso museale progettato dal grande architetto, inaugurato nel 2002. Un’occasione per ripercorrere le tappe di un’intensa carriera, dalle primissime realizzazioni nel territorio ticinese d’origine alle collaborazioni con Le Corusier e Louis Kahn, fino ai grandi progetti che hanno reso Mario Botta un architetto di rilievo mondiale: Italia, Stati Uniti, Israele, Giappone, Germania, Francia

L’AVVENTURA PALATINA
In questa puntata un viaggio nello stile palatino del Sacro Romano Impero, testimonianza ultima della romanità. Dalla cattedrale di Aquisgrana a quelle francesi di Marmoutier e Ottmarsheim fino a Worms in Germania. Un patrimonio artistico che cominciò a formarsi fra il VIII/IX secolo durante il periodo di Carlo Magno, che implose durante le ultime scorrerie di Ungari, Saraceni e Vichinghi del X e che andò a ricomporsi dopo il mille per arrivare alla esaltazione delle ricchezza nel Dugento.

REIMS
Se la memoria profonda è il sedimento sul quale si fonda il capitale dell'eredità culturale, in questa puntata Philippe Daverio indaga sulla memoria dei nostri vicini di casa, i cugini francesi, andando a Reims, dove si produce il vino con le bolle chiamato champagne. Bolle di champagne, dunque, e non bolle finanziarie, che prevedono l’utilizzo di pochissimi subprimes, se non le assicurazioni contro le gelate.

POLITICA CULTURALE
In questa puntata la storia delle cattedrali francesi tra XI e XIII secolo dal Sacro Romano Impero al regno di Filippo Augusto. Alla fine dell’XI, in Francia, convivono tre stili riferibili a direzioni politiche diverse: uno stile neoantico, romano, che rappresenta una chiesa che riprende forza; uno stile palatino che piace sia all’imperatore del Sacro Romano Impero che ai re normanni; uno stile francese che oggi chiamiamo gotico.

DEMOLIZIONI
In questa puntata il rapporto tra demolizione e presa di coscienza della conservazione del patrimonio culturale: il Capitale di Philippe Daverio esamina alcuni casi emblematici di demolizioni “politiche”, soprattutto in area francesce, dalla cattedrale di Rayon all'abbazia di Royaumont in Francia.

UTOPIA MAS GRAS
Philippe Daverio, incontra l’architetto milanese Vittorio Garatti che, nei primi anni della rivoluzione castrista, lavorò a Cuba partecipando all’ambizioso progetto di realizzazione di nuove scuole nazionali d’arte a L’Avana  un vero polo "culturale" dove migliaia di giovani potevano studiare gratuitamente le arti.

LA VILLA BORGHESE
La puntata è ambientata presso la Villa e la Galleria Borghese, a margine della mostra "I Borghese e l'antico", che propone, per la prima volta dopo duecento anni, il ritorno nella sede originaria di sessanta opere illustri, grazie anche alla eccezionale collaborazione con il Louvre di Parigi, dove questi capolavori costituiscono il nucleo essenziale della raccolta di antichità.

CUBA UN ALTRIO QUADRO
In questa puntata una rilettura della storia di Cuba a partire dal quadro "San Cristoforo" di Jacopo da Bassano. ln giro per la città tra costruzioni barocche e liberty, musei e teatri, locali e botteghe d’arte.

CUBA RIVOLUZIONE BORGHESE
In questa puntata Daverio torna a visitare Cuba. Si parla della sua storia, costellata da oltre un secolo e mezzo di rivoluzioni.

CUBA RIVOLUZIONE
Si conclude la lunga indagine su Cuba. Per ben quattro puntate Daverio ha attraversato secoli di arte, cultura, economia e politica, ripercorrendo per grandi linee la travagliata storia dell’isola caraibica.

SAVE ITALY
C’era una volta l’Italia. Era molto bella e molto povera: al di là della crisi attuale, ora è molto meno povera e molto meno bella. Il Capitale di Philippe Daverio, prova a immaginare un futuro in cui il Bel Paese rimanga agiato e torni ad essere bello. Ecco un esempio, un’ambientazione significativa che spiega alla perfezione il filo di questi ragionamenti: uscendo da Roma, percorrendo la Tiburtina in direzione di Tivoli, risalendo il percorso del fiume

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