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I diari della scultura

Un fantastico e sorprendente viaggio per raccontare l'abilità umana nella manipolazione della materia



















La scultura
non è, come ritengono alcuni, 'una forma d'arte secondaria' o una specie di sorella minore della pittura e il giornalista, conduttore e critico d'arte Waldemar Januszczak lo dimostra in una serie in tre episodi, nei quali esplora come l'uomo ha rappresentato la donna e il leader e modificato il paesaggio naturale, in un fruttuoso scambio tra materia e creatività. La Venere di Willendorf  e quella di Milo, i Moai dell'Isola di Pasqua e le statue di Lenin del Grutas Park in Lituania, il Monte Rushmore e Machu Pichu: un fantastico e sorprendente giro del mondo per raccontare l'abilità umana di manipolare la materia per riprodurre, o deformare, la realtà in tre dimensioni. Anche chi pensa di avere già visto tutto, dovrà cambiare idea, perchè le sorprese saranno molte.

Domenica 16 marzo
Willendorf, Milo, Londra, Ife: l'evoluzione della rappresentazione della donna dalla notte dei tempi a oggi. Dalla Venere di 25 mila anni fa rinvenuta in un villaggio austriaco, a quella di Milo fino all'opera di Marc Quinn, che nel 2005 ha scolpito il corpo appesantito dalla gravidanza di Alison Lapper,  nata senza braccia e con gambe molto corte per colpa di un farmaco:  il taledomide.  In tutte le epoche la figura femminile è stata il soggetto più caro allo scultore, che l'ha scelta per rappresentare la fertilità e celebrarne la bellezza o, d'altro canto, per esorcizzare paure e ossessioni. Waldemar Januszczak viaggia da un continente all'altro, fino a scovare forme estreme di scultura in chi, come la body artist Orlan, ha deciso di usare il proprio corpo come materia prima.  
 
Domenica 23 marzo
Le statue dismesse del comunismo sovietico, il Mount Rushmore, il David di Michelangelo, i Moai dell'Isola di Pasqua e il Re dei Re di Monroe - Ohio: tutte rappresentazioni del potere, terreno o celeste. In tutte le epoche l'uomo ha manifestato la sua devozione nei confronti del leader, politico o religioso, scolpendo opere che esaltassero le doti di condottiero di chi doveva mostrare la retta via. I risultati non sono sempre stati eccellenti e Waldemar Januszczak avrà il piacere di sottolineare soprattutto il grottesco e la fragilità delle ideologie che si nascondono dietro l'apparente grandiosità di certe sculture.  Va a cercare le statue sopravvissute al crollo dell'Unione Sovietica nel curioso Grutas Park in Lituania; ci mostra il più bizzarro Cristo Redentore mai scolpito da un punto di vista imprevedibile e non manca di raccontare il perché dei tanti difetti fisici del Davide di Michelangelo. Una puntata per chi credeva di sapere tutto, ma dovrà ricredersi.
 
Domenica 30 marzo
Uomo e natura che collaborano per realizzare sculture in uno scambio di materia e creatività per dare corpo all'urgenza umana di migliorare il lavoro del Creatore. In questa puntata Waldemar Januszak mostra i più spettacolari esempi di 'land art', dal mistero di Stonehenge e dei geoglifi di Nazca, da Machu Pichu alle opere di Robert Smithson e Nancy Holt, nelle quali gli elementi, il Sole, la Luna e il deserto vengono coinvolti per restituire l'eterno scambio tra terra e cielo. "Abitare la Terra per rafforzare quel legame col cosmo che talvolta si perde" dice l'artista visionario James Turrell a  Januszczak, per aiutarlo a comprendere lo straordinario gioco di tunnel che ha scavato dentro un vulcano spento dell'Arizona allo scopo di ricreare quello che immagina essere lo sguardo di Dio sul nostro pianeta.

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