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Ascoltami bene con Mascia Musy

Lo spettacolo teatrale tratto dalle lettere e dai diari di Etty Hillesum, morta ad Auschwitz nel 1943




















L'ultimo appuntamento della “settimana della memoria” di Rai5

Lo spettacolo teatrale è liberamente tratto dalle lettere e dai diari di Etty Hillesum, giovane olandese nato da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica e morta ad Auschwitz nel novembre del 1943
Abbiamo lasciato il campo cantando… In questa frase-testamento, che Etty Hillesum ha scritto su una cartolina affidata al vento e raccolta da un contadino, è racchiusa la libertà morale, vitale, che non cede neanche davanti alle umiliazioni e ai patimenti e, infine, al destino certo di morte che Etty affronta in un treno blindato, cantando.

Tra il 1941 e il 1942 tenne, ad Amsterdam, un diario costituito da undici quaderni. Scrisse, poi, molte lettere dal campo di smistamento di Westerbork, in cui era entrata in un primo tempo come “volontaria”. I suoi amici tentarono senza successo di farne pubblicare i manoscritti post mortem. Solo trentacinque anni dopo fu data alle stampe una prima antologia. Oggi, la Hillesum è tradotta e pubblicata in tutti i paesi del mondo. I diari travolgono per freschezza e autenticità, per i cedimenti dichiarati, gli improvvisi recuperi, il profondo desiderio di spiritualità e di pace, di amore e libertà. Vera, moderna, cosmopolita, Etty è una visionaria e un’asceta ma, al tempo stesso, è una giovane donna attraversata da potenti stimoli erotici, da desideri contradditori. Nel suo tramestio interiore c’è posto per la banalità come per la poesia. Etty affronta i suoi limiti, non si racconta migliore di quello che è, non si gloria delle sue capacità, né del suo sapere. Succhia la vita con energia febbrile, impara, ascolta. Decide, infine, che la sua missione sarà quella di essere testimone del suo tempo, ingiusto e feroce, incomprensibilmente malvagio, ma pur sempre tempo di vita. Emanuela Giordano tesse una ballata ispirata al “cuore pensante” di Etty, capace di superare odi e ipocrisie, intenta a farsi domande senza accontentarsi di facili risposte. Mascia Musy evoca, attraverso continue vibrazioni psicologiche, immagini intense ed emozionanti che permettono allo spettatore di osservare Etty dal buco della serratura, per rubarne le verità segrete

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